Caso Sanguineti, ecco come la sinistra ci prende in giro
Ora si fingono indignati dalle parole di Edoardo Sanguineti. Giurano di cadere dalle nuvole. Ostentano imbarazzo per le parole del poeta candidato della sinistra estrema (ma tutt'altro che marginale) come sindaco di Genova. Mentono.
Questo è l'articolo apparso oggi sul Corriere della Sera. Racconta come Rifondazione e Comunisti italiani prendano la distanze da Sanguineti e dalla sua frase, pronunciata domenica negli studi di La7, sui ragazzi di Tien An Men ridotti a macchiette: «Poveretti sedotti da mitologie occidentali, un po' come quelli che esultarono quando cadde il muro; insomma, ragazzi che volevano la Coca Cola». L'europarlamentare Marco Rizzo ora dice che i toni di Sanguineti sono «esagerati, impolitici. Così spaventiamo le persone». Il segretario provinciale di Rifondazione scrive una lettera di reprimenda a Sanguineti. Ma stanno fingendo.
Sanguineti quella frase non l'ha pronunciata per la prima volta domenica scorsa. Non c'è niente di nuovo nelle sue parole. A Pavia, parlando in pubblico, al festival dei Saperi, il 10 settembre 2006, il poeta genovese disse testualmente: «Quaranta ragazzetti innamorati del mito occidentale e della Coca-Cola hanno fatto più rumore di migliaia di operai massacrati in Cile». La cosa già allora finì sui giornali: qui l'articolo della Stampa, datato 14 settembre 2006, che riprende l'accaduto e, giustamente, si schifa (notare: l'articolo è stato ripreso dalla rassegna stampa della Camera di Montecitorio, segno che ai deputati la cosa non può essere sfuggita in alcun modo).
All'epoca Sanguineti non era ancora il candidato sindaco dei compagni. Nell'Espresso del 5 ottobre, uscito quindi alla fine di settembre, dopo la balorda esternazione del poeta a Pavia, si legge che «tra i possibili candidati alle primarie dell'Associazione per l'Unione a sinistra» ci sono «il poeta Edoardo Sanguineti e l'ex sindaco Sansa».
Dunque Sanguineti queste cose le aveva già dette, tali e quali, in pubblico e davanti a migliaia di persone, e la cosa era nota a tutti. Nonostante questo, i comunisti all'epoca non si scandalizzarono, e decisero di candidarlo senza battere ciglio. Benissimo. Ma per quale motivo i compagni si fingono scandalizzati oggi, che Sanguineti non ha fatto altro che ripetere quegli stessi concetti? La risposta possibile è una sola: pura ipocrisia, spiegabile solo con la volontà di non imbarazzare troppo Romano Prodi e i Ds nel momento in cui gli stanno chiedendo di non toccare le pensioni, di togliere i soldati italiani dall'Afghanistan e di non concedere l'ampliamento della base Nato a Vicenza.
Post scriptum. Sullo stesso argomento, su questo blog: Sanguineti, ovvero l'elogio dell'odio di classe.
Questo è l'articolo apparso oggi sul Corriere della Sera. Racconta come Rifondazione e Comunisti italiani prendano la distanze da Sanguineti e dalla sua frase, pronunciata domenica negli studi di La7, sui ragazzi di Tien An Men ridotti a macchiette: «Poveretti sedotti da mitologie occidentali, un po' come quelli che esultarono quando cadde il muro; insomma, ragazzi che volevano la Coca Cola». L'europarlamentare Marco Rizzo ora dice che i toni di Sanguineti sono «esagerati, impolitici. Così spaventiamo le persone». Il segretario provinciale di Rifondazione scrive una lettera di reprimenda a Sanguineti. Ma stanno fingendo.
Sanguineti quella frase non l'ha pronunciata per la prima volta domenica scorsa. Non c'è niente di nuovo nelle sue parole. A Pavia, parlando in pubblico, al festival dei Saperi, il 10 settembre 2006, il poeta genovese disse testualmente: «Quaranta ragazzetti innamorati del mito occidentale e della Coca-Cola hanno fatto più rumore di migliaia di operai massacrati in Cile». La cosa già allora finì sui giornali: qui l'articolo della Stampa, datato 14 settembre 2006, che riprende l'accaduto e, giustamente, si schifa (notare: l'articolo è stato ripreso dalla rassegna stampa della Camera di Montecitorio, segno che ai deputati la cosa non può essere sfuggita in alcun modo).
All'epoca Sanguineti non era ancora il candidato sindaco dei compagni. Nell'Espresso del 5 ottobre, uscito quindi alla fine di settembre, dopo la balorda esternazione del poeta a Pavia, si legge che «tra i possibili candidati alle primarie dell'Associazione per l'Unione a sinistra» ci sono «il poeta Edoardo Sanguineti e l'ex sindaco Sansa».
Dunque Sanguineti queste cose le aveva già dette, tali e quali, in pubblico e davanti a migliaia di persone, e la cosa era nota a tutti. Nonostante questo, i comunisti all'epoca non si scandalizzarono, e decisero di candidarlo senza battere ciglio. Benissimo. Ma per quale motivo i compagni si fingono scandalizzati oggi, che Sanguineti non ha fatto altro che ripetere quegli stessi concetti? La risposta possibile è una sola: pura ipocrisia, spiegabile solo con la volontà di non imbarazzare troppo Romano Prodi e i Ds nel momento in cui gli stanno chiedendo di non toccare le pensioni, di togliere i soldati italiani dall'Afghanistan e di non concedere l'ampliamento della base Nato a Vicenza.
Post scriptum. Sullo stesso argomento, su questo blog: Sanguineti, ovvero l'elogio dell'odio di classe.