La sinistra vittima dei suoi mostri
di Fausto Carioti
Compagni di governo, sveglia. Su quei mostri lì, quelli che stanno a Vicenza con la bava alla bocca, quelli convinti che i soldati italiani in Afghanistan siano criminali di guerra, quelli che adesso osservate con gli occhi sbarrati e non sapete come ammansire, c’è la vostra firma. Stanno facendo né più né meno quello per cui li avete applauditi e premiati sino a poche ore fa. Se sono convinti di essere migliori di voi e si sentono il nuovo che avanza e nessuno potrà fermare, è solo perché glielo avete fatto credere in tutti i modi. Voi e i vostri giornali vi siete inventati la mitologia dei movimenti, nome politicamente corretto da dare ai teppisti dei centri sociali. Voi, adesso, ne pagate le conseguenze. Purtroppo, non sarete i soli.
Certo, prenderne atto non dev’essere facile. Romano Prodi, Fausto Bertinotti e Massimo D’Alema sembra stiano scoprendo solo oggi, con stupore, l’esistenza di una vasta parte d’Italia che ritiene la sopraffazione e la violenza normali metodi di confronto politico, non si sente in debito con i partiti della sinistra e non prova alcun rispetto nei loro confronti, ma - al contrario - pretende di dettare la linea al governo e alla maggioranza, nella convinzione di essere l’unica parte sana della sinistra, e quindi del Paese. È con tutti costoro, che ad aprile hanno votato per i candidati di Prodi e già ora minacciano di non farlo più, che un’Unione sotto shock dovrà fare i conti prima delle elezioni amministrative.
Ma la sinistra non deve meravigliarsi. Sta semplicemente raccogliendo quello che ha seminato. Ogni volta che i delinquenti col volto coperto - no global, disobbedienti, antagonisti, anarchici: cambia l’etichetta, ma le pigne nel cervello sono le stesse - hanno avuto uno scontro con le forze dell’ordine, i partiti dell’Unione hanno mandato in onda la solita scenetta. Una parte, quella cosiddetta moderata, prendeva le distanze, ma sempre stando bene attenta a non calcare troppo i toni. Una parte più consistente e convinta, intanto, copriva i violenti: minimizzando il bilancio dei loro vandalismi, facendo proprie le loro ragioni e sforzandosi di dimostrare che, alla fine, i delinquenti erano stati i carabinieri e i poliziotti.
È stata l’Unione a incitarli. Dopo aver ripetuto in ogni occasione che il vero Stato canaglia sono gli Stati Uniti e che l’unico criminale di guerra è George W. Bush, come hanno fatto in questi anni Oliviero Diliberto e compagni per accattarsi i voti della parte peggiore della sinistra, il minimo che puoi attenderti è che chi ti ha dato retta giudichi al pari di una strage di massa l’ampliamento della base Nato a Vicenza e la partecipazione italiana alla missione in Afghanistan. Se vai in giro a dire che le multinazionali strangolano il Sud del mondo e che la legge Biagi è una forma di schiavitù, non puoi stupirti se il giorno dopo qualcuno sfascia le vetrine di un McDonald’s o tira una molotov contro una sede di Adecco: sta semplicemente reagendo alle ingiustizie che tu gli hai additato.
La sinistra li ha finanziati. Le giunte uliviste non solo non hanno mosso un dito per far cessare le “okkupazioni” illegali, ma in molti casi hanno usato i soldi dei contribuenti per foraggiare i centri sociali. Come a Venezia, dove le cooperative dei movimenti antagonisti sono diventate, di fatto, un ramo distaccato dell’amministrazione comunale.
La sinistra ha anche la responsabilità di averli fatti entrare nella stanza dei bottoni. Grazie al loro curriculum e a nient’altro, leader no global come Francesco Caruso e Daniele Farina sono stati candidati ed eletti alla Camera nelle liste di Rifondazione comunista. A Carlo Giuliani, ucciso mentre si avventava contro una camionetta dei carabinieri col volto coperto e un estintore in mano, il partito di Bertinotti ha voluto dedicare un’aula del Senato. Si è compiuto così l’ultimo passo: la carriera di antagonista di strada, inclusi i suoi molteplici risvolti penali, è diventata parte ufficiale del cursus honorum per accedere ai massimi livelli della politica, al pari di quella di avvocato, magistrato, professore universitario e generale dei carabinieri. Non male, come esempio per le nuove generazioni. E tutto grazie agli alleati di Prodi e allo stesso leader dell’Unione, che nulla ha avuto da obiettare dinanzi a simili candidature, necessarie per coprirsi il più possibile a sinistra.
E adesso, dopo averli accarezzati, accreditati, incoraggiati, difesi, finanziati, portati sul palco, candidati e fatti eleggere in Parlamento, i partiti dell’Unione hanno anche la faccia di stupirsi se questi si prendono sul serio.
© Libero. Pubblicato il 24 gennaio 2007.
Compagni di governo, sveglia. Su quei mostri lì, quelli che stanno a Vicenza con la bava alla bocca, quelli convinti che i soldati italiani in Afghanistan siano criminali di guerra, quelli che adesso osservate con gli occhi sbarrati e non sapete come ammansire, c’è la vostra firma. Stanno facendo né più né meno quello per cui li avete applauditi e premiati sino a poche ore fa. Se sono convinti di essere migliori di voi e si sentono il nuovo che avanza e nessuno potrà fermare, è solo perché glielo avete fatto credere in tutti i modi. Voi e i vostri giornali vi siete inventati la mitologia dei movimenti, nome politicamente corretto da dare ai teppisti dei centri sociali. Voi, adesso, ne pagate le conseguenze. Purtroppo, non sarete i soli.
Certo, prenderne atto non dev’essere facile. Romano Prodi, Fausto Bertinotti e Massimo D’Alema sembra stiano scoprendo solo oggi, con stupore, l’esistenza di una vasta parte d’Italia che ritiene la sopraffazione e la violenza normali metodi di confronto politico, non si sente in debito con i partiti della sinistra e non prova alcun rispetto nei loro confronti, ma - al contrario - pretende di dettare la linea al governo e alla maggioranza, nella convinzione di essere l’unica parte sana della sinistra, e quindi del Paese. È con tutti costoro, che ad aprile hanno votato per i candidati di Prodi e già ora minacciano di non farlo più, che un’Unione sotto shock dovrà fare i conti prima delle elezioni amministrative.
Ma la sinistra non deve meravigliarsi. Sta semplicemente raccogliendo quello che ha seminato. Ogni volta che i delinquenti col volto coperto - no global, disobbedienti, antagonisti, anarchici: cambia l’etichetta, ma le pigne nel cervello sono le stesse - hanno avuto uno scontro con le forze dell’ordine, i partiti dell’Unione hanno mandato in onda la solita scenetta. Una parte, quella cosiddetta moderata, prendeva le distanze, ma sempre stando bene attenta a non calcare troppo i toni. Una parte più consistente e convinta, intanto, copriva i violenti: minimizzando il bilancio dei loro vandalismi, facendo proprie le loro ragioni e sforzandosi di dimostrare che, alla fine, i delinquenti erano stati i carabinieri e i poliziotti.
È stata l’Unione a incitarli. Dopo aver ripetuto in ogni occasione che il vero Stato canaglia sono gli Stati Uniti e che l’unico criminale di guerra è George W. Bush, come hanno fatto in questi anni Oliviero Diliberto e compagni per accattarsi i voti della parte peggiore della sinistra, il minimo che puoi attenderti è che chi ti ha dato retta giudichi al pari di una strage di massa l’ampliamento della base Nato a Vicenza e la partecipazione italiana alla missione in Afghanistan. Se vai in giro a dire che le multinazionali strangolano il Sud del mondo e che la legge Biagi è una forma di schiavitù, non puoi stupirti se il giorno dopo qualcuno sfascia le vetrine di un McDonald’s o tira una molotov contro una sede di Adecco: sta semplicemente reagendo alle ingiustizie che tu gli hai additato.
La sinistra li ha finanziati. Le giunte uliviste non solo non hanno mosso un dito per far cessare le “okkupazioni” illegali, ma in molti casi hanno usato i soldi dei contribuenti per foraggiare i centri sociali. Come a Venezia, dove le cooperative dei movimenti antagonisti sono diventate, di fatto, un ramo distaccato dell’amministrazione comunale.
La sinistra ha anche la responsabilità di averli fatti entrare nella stanza dei bottoni. Grazie al loro curriculum e a nient’altro, leader no global come Francesco Caruso e Daniele Farina sono stati candidati ed eletti alla Camera nelle liste di Rifondazione comunista. A Carlo Giuliani, ucciso mentre si avventava contro una camionetta dei carabinieri col volto coperto e un estintore in mano, il partito di Bertinotti ha voluto dedicare un’aula del Senato. Si è compiuto così l’ultimo passo: la carriera di antagonista di strada, inclusi i suoi molteplici risvolti penali, è diventata parte ufficiale del cursus honorum per accedere ai massimi livelli della politica, al pari di quella di avvocato, magistrato, professore universitario e generale dei carabinieri. Non male, come esempio per le nuove generazioni. E tutto grazie agli alleati di Prodi e allo stesso leader dell’Unione, che nulla ha avuto da obiettare dinanzi a simili candidature, necessarie per coprirsi il più possibile a sinistra.
E adesso, dopo averli accarezzati, accreditati, incoraggiati, difesi, finanziati, portati sul palco, candidati e fatti eleggere in Parlamento, i partiti dell’Unione hanno anche la faccia di stupirsi se questi si prendono sul serio.
© Libero. Pubblicato il 24 gennaio 2007.