Mastella finge di non vedere l'odio di sinistra

di Fausto Carioti

Scusi, compagno ministro Mastella, ma una cosa della sua legge proprio non si è capita. Perché l’odio contro gli omosessuali è vietato e l’odio contro i borghesi no? Perché l’odio antisemita dei nazisti è punito col carcere e l’odio di classe del comunista Edoardo Sanguineti, che fa schifo uguale, non è nemmeno preso in considerazione, e così i vari Pietro Folena continueranno a vendercelo come «intelligente provocazione» di un’acuta mente di sinistra? Come mai se uno dice, chessò, che bisogna «restaurare l’odio religioso, perché gli islamici odiano i cattolici e l’odio deve essere ricambiato», la futura legge Mastella lo sbatte in cella fino a tre anni, mentre se uno dice che occorre «restaurare l’odio di classe, perché i potenti odiano i proletari e l’odio deve essere ricambiato», come ha fatto testualmente il vate della sinistra ligure, la stessa norma se ne frega? Più uno sfoglia il disegno di legge che porta il nome del ministro della Giustizia, più si addentra nelle nuove fattispecie di reato e nelle sanzioni previste, più capisce che non solo è una norma liberticida, ma che è anche pericolosamente strabica, poiché soffre di quel particolare strabismo “a la page” che sta colpendo i legislatori di mezza Europa: mettere il bavaglio a tutto ciò che appare politicamente scorretto, sorvolando invece su tutte le forme d’odio proprie della sinistra, ritenute - manco a dirlo - innocue, se non addirittura socialmente utili.

Non ci fossero di mezzo le nostre libertà, il guazzabuglio che ne esce sarebbe da operetta. Chi chiama nemico uno col colore della pelle diverso dal suo è un razzista da mandare a processo, ma chi il nemico, in base alle ottocentesche categorie marxiste, lo indica al pubblico come colui che possiede l’impresa e gli altri mezzi di produzione (i quali peraltro spesso si ereditano, proprio come il colore della pelle), può continuare a svolgere il suo importante ruolo di “antagonista dialettico” all’interno dell’odiata società neoliberista. L’idiota criminale che inneggia ai forni crematori di Heinrich Himmler viene punito, ma il criminale idiota che inneggia a «Dieci-cento-mille Nassiriya», come hanno fatto più volte in piazza gli elettori della sinistra estrema e quindi di Romano Prodi, non ha nulla da temere. Insulti i commercianti perché li ritieni ladri e stai certo che qualche deputato di sinistra che ti applaude lo trovi, ma se dici che quei commercianti, oltre che ladri sono ebrei, trovi solo le manette ai polsi. La semplice diffusione di idee basate sulla superiorità razziale sarà punita: se Silvio Berlusconi dovesse ripetere la famosa frase (palesemente vera e proprio per questo subito ritrattata) della superiorità della civiltà occidentale su tutte le altre, niente di più facile che da qualche procura salti fuori un pubblico ministero di Magistratura democratica ansioso di processarlo.

Insomma, dal cilindro del ministro più insospettabile di tutti è uscito un randello sagomato su misura per le esigenze della sinistra di Fausto Bertinotti e Oliviero Diliberto. Quando la legge sarà approvata, chiunque si dirà d’accordo con la famosa frase di Samuel Huntington, per cui «i confini dell’Islam grondano sangue, perché sanguinario è chi vive al loro interno», rischierà di trovarsi la fedina penale macchiata. Tutti quelli che scriveranno le stesse verità scomode di un Alain Finkielkraut o di un’Oriana Fallaci saranno nelle mani dei magistrati: se la toga vorrà, basterà un brandello di frase per condurli a processo. Intanto Lidia Ravera potrà continuare indisturbata a esercitare il suo razzismo antropologico sugli elettori del centrodestra, che ama definire «gente facile da incendiare, torvamente dedita ai propri interessi. Gente che non si è mai fatta educare neppure alla socialdemocrazia, che si sente garantita da chi sta peggio, poiché consente loro la minima soddisfazione di non sentirsi gli ultimi». Non essendo particolarmente scuri di pelle (né più né meno di quelli di sinistra, almeno) o particolarmente omosessuali (idem), quelli che votano Berlusconi possono, anzi debbono essere insultati impunemente in pubblico.

Chissà se Mastella, ministro che si trova molto più a suo agio a parlare di poltrone con la forchetta in mano che a discutere di filosofia del diritto con studiosi di Hans Kelsen, voleva fare davvero una schifezza simile, o se semplicemente non ha capito molto di ciò che altri gli hanno scritto e fatto trovare sul tavolo.

© Libero. Pubblicato il 27 gennaio 2007.

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