Le nostre leggi e il loro bavaglio

L'Ucoii, l'Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia, "filiale" dell'associazione internazionale dei Fratelli Musulmani, appellandosi alla legge Mancino ha appena annunciato che querelerà i principali giornali italiani che hanno pubblicato le vignette satiriche su Maometto. L'Ucoii è un interlocutore ufficiale del governo italiano. E' stata chiamata dal ministro dell'Interno a far parte della consulta islamica. Ai tempi della strage di Nassirya tenne un atteggiamento quantomeno ambiguo. Come ogni organizzazione islamica affiliata ai Fratelli Musulmani giustifica il terrorismo suicida palestinese e continua a negare il diritto all'esistenza di Israele.
Dinanzi a domanda diretta, Pisanu ha risposto di aver cooptato l'Ucoii perché ha notato nelle recenti prese di posizione dell'organizzazione una «grande apertura al dialogo» e una «ferma condanna del terrorismo». Una evoluzione che Magdi Allam, che pure ha avuto un ruolo nella creazione della consulta islamica, sostiene di non vedere, tanto da criticare apertamente la decisione di Pisanu.
Sarà l'occasione buona per capire di che tempra sono fatte le leggi italiane in materia di libertà di espressione. Soprattutto, sarà l'occasione per vedere di che tempra sono fatti coloro che le debbono applicare. Capiremo se le vignette che raffigurano un Maometto bombarolo o un paradiso islamico chiuso per carenza di vergini sono ritenute dall'ordinamento italiano un reato ai sensi della legge Mancino, in quanto diffondono «idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico», o incitano a commettere «atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Se così fosse, vorrebbe dire che in questo Paese è vietato a chiunque (islamici compresi) scherzare su qualunque religione.
Il rischio è remoto, ma esiste. Anche perché qui, in Italia, manca un equivalente di quel baluardo in difesa della libertà d'espressione a trecentosessanta gradi che è il primo emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti ("Il Congresso non potrà porre in essere leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione o per proibirne il libero culto; o per limitare la libertà di parola o di stampa o il diritto dei cittadini di riunirsi in forma pacifica e d’inoltrare petizioni al governo per la riparazione di ingiustizie"). Non è un caso, fa notare Carlos Alberto Montaner, che proprio laddove il primo emendamento è in vigore ed è stato difeso con i denti, segnando la tradizione del diritto americano, non si sono viste le scene medioevali cui abbiamo assistito nella molliccia Europa. Negli Stati Uniti vivono cinque milioni di musulmani, e nessuno di loro ha dato vita a dimostrazioni di violenza in seguito alla pubblicazione delle vignette, nemmeno dinanzi alle ambasciate dei Paesi europei. «Hanno imparato a convivere con qualcosa che detestano. E' questa l'essenza della tolleranza. Anche i cristiani e gli ebrei americani sono feriti dagli attacchi crudeli alle loro credenze religiose, o da certe disgustose barzellette "etniche", ma ingoiano il rospo o protestano in modo pacifico. E' il prezzo da pagare per vivere in una società libera». E a chi sostiene che in Italia esisterebbe di fatto una religione "ufficiale", basta rispondere che il cristianesimo è di gran lunga la religione più sbeffeggiata da registi, poeti, pittori e gente comune. E nessun cristiano sano di mente si sogna di appellarsi alla legge sull'odio religioso. Non si comprende perché il cristianesimo dovrebbe ricevere minor rispetto di quello riservato alle altre confessioni.

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