Il contagocce di Kyoto

Un po’ tardi, ma alla fine gliel’hanno detto anche a loro. I lettori del Corriere della sera, grazie a un servizio ampio e documentato intitolato “Il fallimento di Kyoto”, hanno appena appreso che il patto nato in Giappone nel 1997 è morto e sepolto. Nessun Paese industrializzato ha voglia di svenarsi per esso, né di ridurre la propria crescita economica e tagliare posti di lavoro. “La sua applicazione”, si legge nell’articolo, “è stata rifiutata da alcuni governi e ha creato notevoli difficoltà ad altri. In pratica, oggi più di mezzo mondo lo ignora”.

Per sapere il resto della verità, e cioè che il protocollo di Kyoto poggia su basi tutt’altro che scientifiche, e che la teoria che dovrebbe sorreggerlo fa acqua da tutte le parti, i lettori del Corriere dovranno invece aspettare qualche altro anno. Certe rivelazioni è meglio dosarle con il contagocce.

Post scriptum. E’ andata meglio ai lettori del Daily Telegraph, quotidiano della solida borghesia d’Oltremanica. Nell’edizione della scorsa domenica Christopher Booker scriveva:
Le ultime rilevazioni dei satelliti americani mostrano che a partire dal 1998 le temperature sono scese, e che nel 2007 si sono abbassate sino ai livelli del 1983. Per non parlare delle rilevazioni, corrette di recente, sulla temperatura al livello del suolo negli Stati Uniti, le quali mostrano che gli anni Trenta ebbero quattro degli anni più torridi del secolo scorso, e che l'anno più caldo di tutti non fu il 1998, come sostenuto sino a poco tempo fa, ma il 1934.
Per saperne di più, da questo stesso blog:
Un riscaldamento poco globale: al Polo Sud il ghiaccio è a livelli record
Alla cortese attenzione del min. Pecoraro Scanio (e dei suoi addetti stampa)
Negazionismo ambientalista
Gli zombies di Kyoto

Letture indispensabili:
What is at risk is not the climate but freedom, di Vaclav Klaus
Il protocollo di Kyoto e oltre. I costi economici per l'Italia, dell'Istituto Bruno Leoni.

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