Beowulf: torna la Hollywood pagana, liberal e anticristiana

Chi trovò qualche interesse, all'epoca, nelle mie recensioni da Cannes del Codice da Vinci (qui e qui), probabilmente apprezzerà The Good, the Bad and Beowulf. Hollywood hates Christianity, loves the “Other”, articolo di Raymond Ibrahim pubblicato sul sito di Victor Davis Hanson.

L'inizio è questo:
Ormai, i ripetuti ritratti negativi del Cristianesimo nei principali film di Hollywood sono diventati triti e ritriti, prevedibili. Vedere Beowulf in questi giorni serve solo a confermarlo. Le stesse descrizioni scaltre e gli elementi già presenti nei film degli ultimi decenni appaiono anche questa volta. Uno dei motivi più gettonati consiste nel provare a dipingere i pagani come persone dalla mentalità aperta e dallo spirito libero o, piuttosto anacronisticamente, una controparte medioevale di ciò che oggi è moderno, secolarizzato e "liberal". Il concetto è che i popoli pagani - liberi dalle forze soffocanti del cristianesimo - sono felici, appassionati, capaci di vivere appieno la vita.
Questa è la conclusione:
Ad ogni modo, mentre ad Hollywood sono impegnati nella crociata - o jihad - per diffamare la cristianità, farebbero bene a ricordare che è grazie alla civiltà cristiana che sono in grado di realizzare i loro film. Non solo il cristianesimo è direttamente responsabile di ciò che la gran parte dei liberal occidentali dà per garantito, ovvero le libertà e i progressi della civiltà occidentale, ma gran parte delle registrazioni storiche che i produttori di Hollywood sono così bravi a sfruttare e stravolgere per farci soldi a palate, furono compilate da cristiani. Vi è una certa ironia nel fatto che l'unico manoscritto che conteneva il testo di Beowulf fosse stato scritto da un monaco e conservato un monastero per qualche secolo.
In mezzo si parla di Le Crociate (di Ridley Scott, 2005), di King Arthur (2004), de Il 13° Guerriero (1999) e di Excalibur (1981). Buona lettura.

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