Livio Garzanti contro la gauche italiana

«Il Sessantotto in Francia è durato due o tre giorni, in Germania li hanno accoppati, da noi è arrivato tardi, alla fine del '69, ed è durato un tempo infinito: una cultura del cavolo, volevano fare gli eroi senza i fucili dei partigiani».
«Quella del Sessantotto è la stessa cultura di tanti ministri voltagabbana di oggi. Potrei dare lezioni sulla moralità degli inglesi o dei francesi e sulla fragilità dell'intellettuale italiano».
«Giulio Einaudi non l'ho mai conosciuto, ma era un presuntuso senza cultura propria. Ha imposto la sua forma di presunzione a tutta la cultura italiana. Era un comunista megalomane».
Chi parla è l'editore Livio Garzanti, in un'intervista tutta da leggere sul Corriere della Sera.

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