Ecco il testo integrale dell'articolo apparso il 20 febbraio del 1974 sull'Unità, nel quale Giorgio Napolitano spiegava perché la cacciata di Aleksandr Solzhenitsyn dall'Urss fosse la «soluzione migliore» che il partito comunista sovietico potesse adottare. Lo pubblico senza alcun commento né taglio né aggiunta. Quello che volevo dire in proposito l'ho scritto qui . L’ESPERIENZA SOVIETICA E LA NOSTRA PROSPETTIVA ANCORA SUL «CASO SOLGENITSYN» Pubblichiamo questo articolo del compagno Giorgio Napolitano, membro della Direzione del PCI e responsabile della Commissione culturale, che comparirà sul prossimo numero di «Rinascita». Anche se il clamore suscitato dall’arresto di Solgenitsyn è venuto calando, dopo la decisione delle autorità sovietiche di privarlo della cittadinanza e dì espellerlo dall’URSS; anche se alcuni giornali sono rapidamente passati dai toni declamatori e drammatici a quelli, bonari e fatui, delle curiosità sullo «shopping» di Solgenitsyn per le vie di Z...
Roger Scruton non ha bisogno di grandi presentazioni. Filosofo inglese, classe 1944, è uno dei più tenaci difensori dell'Occidente e di ciò che questo rappresenta. Ovviamente è un conservatore. Chi vuole saperne di più su di lui, può leggere il recentissimo libro-intervista " Il suicidio dell'Occidente ", che Scruton ha fatto con Luigi Iannone e che è stato pubblicato dalle edizioni Le Lettere. Il motivo per cui se ne parla qui è che ieri, venerdì 15 ottobre, Scruton ha partecipato al convegno "Lo stato della democrazia nel mondo", che si è svolto alla Camera dei deputati. Quella che vedete qui sotto, sino ad ora inedita, è la sua relazione integrale. Un'analisi politicamente scorretta, realistica e - a parere del sottoscritto - in grandissima parte condivisibile su ciò che sta accadendo all'Italia (e non solo) per colpa di come è stata pensata e costruita l'Unione europea. Buona lettura. di Roger Scruton Noi europei apprezziamo la Democrazia pe...
di Fausto Carioti Sognava di essere Aldo Moro. È finito a fare la ruota di scorta di Clemente Mastella. L’annuncio del leader dell’Udeur suona come il requiem della carriera politica di Marco Follini: «Con lui esiste già un accordo per le europee del 2009 e, dove possibile, questo accordo sarà realizzato anche per le elezioni amministrative». La domanda è: quanto potrà il senatore Follini, alleato del ministro della Giustizia, continuare a non votare la fiducia al governo Prodi? Anche se abbiamo a che fare con cervelli democristiani, convinti che il tratto migliore per unire due punti due punti sia l’arabesco, la risposta più plausibile resta la più semplice: poco, molto poco. E così il governo più sgangherato del dopoguerra, se non si ammazza da solo nelle prossime settimane, rischia di trovare sul piatto d’argento un voto in più a palazzo Madama. Ovviamente, dietro l’angolo non c’è il trasferimento armi e bagagli di Follini nelle fila prodiane. Sarebbe pur sempre troppo lineare, non ...