Bush a Roma: edizione pre elettorale del Tg1

Piccola ma istruttiva lezione su come funziona il servizio pubblico televisivo. Il Tg1 dell'ineffabile Gianni Riotta, nell'edizione più vista, quella delle 20 (roba da 6,4 milioni di telespettatori a botta), stasera ha mandato in onda il servizio sui riti tribali che si sono svolti a Roma nel pomeriggio. «In testa, con i Cobas, a tenere il primo striscione, "No war, no Bush", alcuni dei parlamentari della sinistra», dice - testuale - la voce della giornalista. Ma lo striscione in questione, pur essendo in cima al corteo, non viene mai inquadrato per intero. Strano. La chiamano televisione apposta perché abbina immagini alle parole. Come mai?
Perché, come sa chiunque abbia visto la manifestazione, lo striscione che apriva il corteo era questo. E quella che ha raccontato la giornalista era solo una parte della verità. La notizia vera era che i manifestanti, e tra loro gli esponenti di partiti che fanno parte della maggioranza di governo, sono scesi in piazza per gridare «No war, no Bush, no alle politiche di guerra del governo Prodi». Ma la seconda parte della frase, che poi era anche la più interessante, guarda caso la giornalista non l'ha letta, e le telecamere non l'hanno inquadrata. Insomma, si è trattato di una protesta di sinistra rivolta in primo luogo contro il governo di sinistra, ma il Tg1 questa notizia non l'ha data.

Comprensibile: tra poche ore si vota per il secondo turno delle amministrative, e il povero Prodi, sponsor di Riotta, ha già un piede e mezzo nella fossa. Ci manca solo che i telespettatori - magari a Genova e provincia - vengano a sapere che il suo governo fa schifo pure a quelli di sinistra.

Addendum. Qui l'edizione del Tg1 in questione (da RaiClick, di solito disponibile solo per 24 ore dopo la messa in onda. Il servizio inizia a 16 minuti e 10 secondi dall'avvio del filmato).

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