Picchiare Berlusconi per ferire Veltroni: il partito degli amici di Genchi
di Fausto Carioti
Fossero spiritosi, vista la loro passione per chi controlla le telefonate altrui, sceglierebbero di chiamarsi Partito degli orecchioni. Essendo tetri, stanno pensando di darsi un nome di quelli che nessuno capirà, tipo “Lista dei senza partito”. Insomma, tornano i girotondini. Non si fanno più chiamare così, ma le facce sono sempre quelle che da tempo animano (si fa per dire) la rivista Micromega, quella convinta che esistano due Italie: da un lato i subnormali e i corrotti che votano per il centrodestra, dall’altro la parte sana che si oppone al regime berlusconiano. Loro, manco a dirlo, sono le avanguardie (alquanto incomprese, a onor del vero) di questa resistenza. L’avvilente prestazione del governo Prodi e la seguente vittoria elettorale di Silvio Berlusconi sembravano averli convinti all’autoscioglimento, ma la depressione era solo momentanea. Il loro Viagra è stato lo sfascio del Partito democratico, con le opportunità che esso dischiude. Perché anche il proposito con cui tornano sulla scena è quello di un tempo: randellare Berlusconi con il tema della giustizia per far male al centrosinistra “ufficiale” (ieri i Ds, oggi l’agonizzante Partito democratico) e portare acqua al mulino di Antonio Di Pietro. Iniziano già oggi, con una manifestazione in programma a Roma. E hanno per obiettivo le elezioni europee di giugno.
La novità, piuttosto, è nel restyling iconografico: accanto a quella irsuta di Montenero di Bisaccia ora figura una nuova madonna, dal volto rubicondo. È Gioacchino Genchi, il consulente delle procure che ha analizzato i tabulati telefonici di centinaia di migliaia di italiani per conto del pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris. Il semplice fatto che Berlusconi abbia definito il suo archivio «lo scandalo più grande nella storia della repubblica» basta e avanza a proclamare Genchi santo subito. «Scendo in piazza anche per lui», ha detto il giornalista Marco Travaglio al Riformista, presentando la manifestazione di oggi a sostegno dei pm Luigi Apicella, Clementina Forleo e Luigi De Magistris, alla quale parteciperanno anche Di Pietro e Beppe Grillo. Mentre Micromega ha lanciato un appello online, scritto da Salvatore Borsellino, dove si legge che Genchi «va difeso con ogni mezzo da chi oggi ha a cuore le sorti della Giustizia in Italia». La sinistra giustizialista ha un nuovo idolo.
L’idea di presentarsi alle europee con una lista civica è venuta allo scrittore Andrea Camilleri, l’autore del commissario Montalbano, uno che ha il dente avvelenato con Berlusconi (ma, comprensibilmente, non con i suoi soldi: il caso ha voluto che il nuovo libro di Camilleri uscisse proprio ieri per Mondadori, casa editrice del Cavaliere). Durante una tavola rotonda organizzata da Micromega tra Paolo Flores D’Arcais, l’onnipresente Di Pietro e lo scrittore siciliano, quest’ultimo si è detto «convinto che oggi come oggi il centro-sinistra, così come è organizzato, non sia minimamente in grado di fare una seria opposizione». Walter Veltroni ringrazia. Che fare? Per Camilleri serve una lista che alle europee, «pur rappresentando i senza partito, sia in qualche modo legata a un partito già esistente», che ovviamente è quello dell’ex pm, il quale «rappresenta l’unica vera opposizione». Gongolante dinanzi all’idea di prendere altri voti tra i delusi del Pd, Di Pietro si è detto pronto a dare «fino al 70-75 per cento» delle candidature dell’Italia dei valori a esponenti di questa “lista dei senza partito”.
Sinora, tutte le velleità elettorali dei girotondi e della mitica società civile si sono risolte in un nulla di fatto. Riempire le piazze con attori e comici che sparano su Berlusconi e D’Alema è una cosa, condizionare le scelte di elettori e partiti è un’altra. E non si vede perché stavolta, ammesso che il progetto per le europee vada in porto, dovrebbe succedere qualcosa di diverso, visto anche che l’atteggiamento di contestazione nei confronti del governo sembra essere ai minimi storici. Il problema, dunque, è tutto e solo del Pd. Per il quale rischia di essere letale anche una piccola ulteriore emorragia di voti verso l’Idv o una lista con essa alleata. Ieri sera Veltroni, a Porta a Porta, ha commentato l’annuncio del ritorno dei girotondini nell’agone dicendo che «mancava proprio un partito nuovo». Una stizza che sembra tradire l’inquietudine del segretario del Pd per l’ennesimo imprevisto in vista di quelle che potrebbero essere le sue ultime elezioni da leader.
© Libero. Pubblicato il 28 gennaio 2009.
Fossero spiritosi, vista la loro passione per chi controlla le telefonate altrui, sceglierebbero di chiamarsi Partito degli orecchioni. Essendo tetri, stanno pensando di darsi un nome di quelli che nessuno capirà, tipo “Lista dei senza partito”. Insomma, tornano i girotondini. Non si fanno più chiamare così, ma le facce sono sempre quelle che da tempo animano (si fa per dire) la rivista Micromega, quella convinta che esistano due Italie: da un lato i subnormali e i corrotti che votano per il centrodestra, dall’altro la parte sana che si oppone al regime berlusconiano. Loro, manco a dirlo, sono le avanguardie (alquanto incomprese, a onor del vero) di questa resistenza. L’avvilente prestazione del governo Prodi e la seguente vittoria elettorale di Silvio Berlusconi sembravano averli convinti all’autoscioglimento, ma la depressione era solo momentanea. Il loro Viagra è stato lo sfascio del Partito democratico, con le opportunità che esso dischiude. Perché anche il proposito con cui tornano sulla scena è quello di un tempo: randellare Berlusconi con il tema della giustizia per far male al centrosinistra “ufficiale” (ieri i Ds, oggi l’agonizzante Partito democratico) e portare acqua al mulino di Antonio Di Pietro. Iniziano già oggi, con una manifestazione in programma a Roma. E hanno per obiettivo le elezioni europee di giugno.
La novità, piuttosto, è nel restyling iconografico: accanto a quella irsuta di Montenero di Bisaccia ora figura una nuova madonna, dal volto rubicondo. È Gioacchino Genchi, il consulente delle procure che ha analizzato i tabulati telefonici di centinaia di migliaia di italiani per conto del pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris. Il semplice fatto che Berlusconi abbia definito il suo archivio «lo scandalo più grande nella storia della repubblica» basta e avanza a proclamare Genchi santo subito. «Scendo in piazza anche per lui», ha detto il giornalista Marco Travaglio al Riformista, presentando la manifestazione di oggi a sostegno dei pm Luigi Apicella, Clementina Forleo e Luigi De Magistris, alla quale parteciperanno anche Di Pietro e Beppe Grillo. Mentre Micromega ha lanciato un appello online, scritto da Salvatore Borsellino, dove si legge che Genchi «va difeso con ogni mezzo da chi oggi ha a cuore le sorti della Giustizia in Italia». La sinistra giustizialista ha un nuovo idolo.
L’idea di presentarsi alle europee con una lista civica è venuta allo scrittore Andrea Camilleri, l’autore del commissario Montalbano, uno che ha il dente avvelenato con Berlusconi (ma, comprensibilmente, non con i suoi soldi: il caso ha voluto che il nuovo libro di Camilleri uscisse proprio ieri per Mondadori, casa editrice del Cavaliere). Durante una tavola rotonda organizzata da Micromega tra Paolo Flores D’Arcais, l’onnipresente Di Pietro e lo scrittore siciliano, quest’ultimo si è detto «convinto che oggi come oggi il centro-sinistra, così come è organizzato, non sia minimamente in grado di fare una seria opposizione». Walter Veltroni ringrazia. Che fare? Per Camilleri serve una lista che alle europee, «pur rappresentando i senza partito, sia in qualche modo legata a un partito già esistente», che ovviamente è quello dell’ex pm, il quale «rappresenta l’unica vera opposizione». Gongolante dinanzi all’idea di prendere altri voti tra i delusi del Pd, Di Pietro si è detto pronto a dare «fino al 70-75 per cento» delle candidature dell’Italia dei valori a esponenti di questa “lista dei senza partito”.
Sinora, tutte le velleità elettorali dei girotondi e della mitica società civile si sono risolte in un nulla di fatto. Riempire le piazze con attori e comici che sparano su Berlusconi e D’Alema è una cosa, condizionare le scelte di elettori e partiti è un’altra. E non si vede perché stavolta, ammesso che il progetto per le europee vada in porto, dovrebbe succedere qualcosa di diverso, visto anche che l’atteggiamento di contestazione nei confronti del governo sembra essere ai minimi storici. Il problema, dunque, è tutto e solo del Pd. Per il quale rischia di essere letale anche una piccola ulteriore emorragia di voti verso l’Idv o una lista con essa alleata. Ieri sera Veltroni, a Porta a Porta, ha commentato l’annuncio del ritorno dei girotondini nell’agone dicendo che «mancava proprio un partito nuovo». Una stizza che sembra tradire l’inquietudine del segretario del Pd per l’ennesimo imprevisto in vista di quelle che potrebbero essere le sue ultime elezioni da leader.
© Libero. Pubblicato il 28 gennaio 2009.