Israele, Hamas e l'essenza di tutta questa storia

Le domande giuste, tanto per cambiare, le fa André Glucksmann:
Quale sarebbe la giusta proporzione da rispettare per far sì che Israele si meriti il favore dell'opinione pubblica? L'esercito israeliano dovrebbe forse rinunciare alla sua supremazia tecnologica e limitarsi a impugnare le medesime armi di Hamas, vale a dire la guerra approssimativa dei razzi Grad, la guerra dei sassi, oppure a scelta la strategia degli attentatori suicidi, delle bombe umane che prendono di mira volutamente la popolazione civile? O, meglio ancora, non sarebbe preferibile che Israele pazientasse saggiamente finché Hamas, per grazia di Iran e Siria, non sarà in grado di "riequilibrare" la sua potenza di fuoco?

A meno che non occorra contare allo stesso livello non solo i mezzi militari, ma anche gli scopi perseguiti. Poiché Hamas - contrariamente all'Autorità palestinese - si ostina a non riconoscere allo Stato ebraico il diritto di esistere e sogna l'annientamento dei suoi cittadini, non sarebbe il caso che Israele imitasse questo spirito radicale e procedesse a una gigantesca pulizia etnica? Si vuole veramente che Israele rispetti, in misura proporzionale, le ambizioni sterminatrici di Hamas?

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