Il minimo indispensabile

Una buona idea, che ovviamente Giuliano Amato non seguirà: i paletti proposti da Magdi Allam per la Carta dei valori che il ministero dell'Interno dovrà far firmare alle organizzazioni delle comunità islamiche.

1) Tutti i luoghi di culto islamici devono trasformarsi in case di vetro aperte e condivise dall’insieme della società italiana, operando nel pieno rispetto delle leggi e dei valori costituzionali, con l’obiettivo di promuovere un «islam italiano» affrancato da qualsiasi ideologia dello scontro, dell’odio, della violenza e della morte.

2) Il riconoscimento del diritto alla vita di tutti, compreso il diritto di Israele all’esistenza e la condanna di ogni appello alla sua distruzione, anche sotto forma della maligna proposta di sostituire Israele con un unico Stato palestinese dove convivano musulmani, cristiani e ebrei.

3) La condanna del terrorismo palestinese perpetrato da Hamas, Jihad islamica e altre sigle, del terrorismo libanese di Hezbollah e altre sigle, del terrorismo di Al Qaeda, dei Taliban e altre sigle che massacrano i musulmani nel mondo e attaccano le forze multinazionali in Iraq e Afghanistan.

4) Il rifiuto di una identità islamica distinta, separata e conflittuale con la comune identità nazionale italiana, soprattutto sullo statuto della donna e della famiglia. Ciò significa la condanna di qualsiasi discriminazione della donna, dei matrimoni combinati, poligamia, ripudio delle mogli, obbligo di indossare il velo.

5) Il riconoscimento della libertà di coscienza di tutti, compresi i musulmani che si convertono ad altra religione o fede e i non musulmani che sono costretti a convertirsi all’islam per sposare una musulmana.

6) Il riconoscimento che l’islam è una religione plurale, che comporta il rispetto della pari dignità di tutte le comunità religiose islamiche e la condanna della pretesa egemonica da parte di una singola organizzazione.

Amato, invece, dà tutta l'impressione di voler far scrivere la carta dei valori alle stesse comunità islamiche, alle quali, invece di sottoporre un testo simile a quello proposto da Allam, ha chiesto di mettere per iscritto le cose che vorrebbero leggere nella carta e quelle che non gradirebbero vedere. Forse è un colpo di genio per far isolare l'Ucoii dalle altre associazioni. O forse Amato ha solo paura di fare a braccio di ferro con l'Ucoii, ala fondamentalista dei Comunisti italiani. Lo si capirà presto.

Addendum. In una recente intervista la vicenda dell'Ucoii è stata oggetto di una mia domanda all'ex ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. Pubblico qui sotto la mia domanda e la sua risposta.

La seconda vicenda che la riguarda da vicino è l’entrata dell’Ucoii nella consulta islamica da lei costituita. Dopo aver letto l’inserto a pagamento fatto pubblicare sui giornali dall’Ucoii, in cui si equiparava lo Stato di Israele al regime nazista, si è pentito della sua scelta?
«Quell’inserzione è un’infamia sotto ogni punto di vista ed è comunque un segnale inquietante che non possiamo sottovalutare. Dubito però che esso esprima le opinioni di tutti gli aderenti all’Ucoii. L’ingresso di questa associazione nella consulta islamica è dovuto alla sua forte rappresentatività e a scelte più ampie di politica della sicurezza e dell’ordine pubblico. È una politica che ha sconfitto le Brigate rosse e ha disarticolato alcune trame del terrorismo internazionale, facendo uscire incolume il nostro Paese dai cinque anni più difficili dell’ultimo trentennio».

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