Le vergini dai candidi manti...

Con la sensibilità e il tatto che il caso richiede, qualcuno dovrebbe spiegare a Piero “a-noi-ds-la-questione-morale-non-ci-riguarda” Fassino che ormai la sinistra non è più vergine nemmeno negli editoriali dell’Unità, dove i suoi leader sono accusati dell’infamia peggiore, quella di essere tali e quali al Darth Vader di Arcore. Che da quelle parti è peggio che accusare Paolo di Canio di tifare per la Roma. Venerdì, sul giornale fondato da Gramsci, il girotondino Paolo Flores D’Arcais ha dato l’allarme: ci sono elettori di sinistra decisi «a non votare più né Rutelli né Fassino né Bertinotti, tanto non cambierebbe granché rispetto allo schifo e alle macerie del regime vigente». Gli ha risposto sabato il direttore, Antonio Padellaro, ammettendo a denti stretti che sì, esiste «il rischio di ritrovarci tra qualche mese con una sorta di berlusconismo senza Berlusconi». Tradotto: compagni, fate schifo come lui.
Poi, accortisi di essersi sputtanati un po’ troppo in pubblico, Prodi e i Ds hanno trovato l’accordo sul solito terreno “alto” che caratterizza ogni loro compromesso: “La questione morale è cacciare Berlusconi”. Che sorpresa, che novità, che esempio di elaborazione politica. Accordo subito strombazzato dal quotidiano di Padellaro come la soluzione definitiva alle palate di letame che si sono tirati in faccia sino a mezz’ora prima. Resta la domanda: se nemmeno loro stessi credono più alla superiorità etica dei compagni, per quale motivo deve crederci ancora il resto d’Italia? Per citare il poeta: "Noi siamo le vergini dai candidi manti, siam rotte di dietro, ma sane davanti".

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