Il discorso controcorrente di Renato Brunetta
di Fausto Carioti Tra tanti discorsi fotocopiati e tante orazioni con la fanfara, l’intervento fatto ieri mattina da Renato Brunetta sul palco del congresso del Popolo della libertà ha avuto il merito di essere genuino, privo di dolcificanti e aromi artificiali. Il ministro per la Pubblica amministrazione voleva dire la sua verità e l’ha detta, non prima di aver ceduto alle lacrime davanti alla standing ovation che gli ha tributato la platea ancora prima che iniziasse a parlare. Eppure, dal momento in cui ha aperto bocca, non ha fatto nulla per cercare l’applauso facile. Anzi. Si è persino tolto il gusto di essere ruvido davanti ai suoi tifosi. Mentre tanti cloni berlusconiani che hanno parlato prima e dopo di lui hanno diviso il Paese a metà, con i “buoni” dalla loro parte e i “cattivi” dall’altra, Brunetta ha fatto l’esatto opposto, scegliendo di accarezzare la platea contropelo. «Sarebbe troppo facile dire “loro” e “noi”. Dobbiamo avere il coraggio di guardare al nostro interno, all