Fuffa di Natale (vedi alla voce: riduzione dell'Irpef)
Ci sono due modi per ridurre le aliquote Irpef. Uno è il modo usato da quelli che le vogliono tagliare sul serio. Si presenta il progetto in consiglio dei ministri a settembre, lo si discute tra ministri e magari pure in parlamento e persino con le parti sociali, lo si introduce nella Finanziaria (prevedendo adeguata copertura economica per l'intervento) e con essa lo si fa approvare. Così, dal primo gennaio, la riforma della tassazione sui redditi delle famiglie è operativa.
L'altro modo è il modo cialtrone, quello di chi non ha la forza e/o la volontà politica di ridurre le aliquote, ma ha la necessità disperata di far credere agli elettori che il governo sta lavorando per loro. E' un metodo molto meno impegnativo. Con accorta scelta dei tempi si annuncia la riduzione delle aliquote Irpef quando i giochi veri sono terminati, cioè quando la Finanziaria è stata già approvata definitivamente. E quindi non è possibile trovare i soldi per finanziare un intervento serio. Di certo, non a partire dal nuovo anno. Tutt'al più, può saltare fuori qualche spicciolo tra le pieghe del bilancio. Se per una riforma dell'Irpef degna di questo nome occorre stanziare tra i 12 e i 16miliardi di euro, in questo modo, al massimo, il governo riesce a rimediarne 4mila. Per il primo anno, s'intende. Per quelli successivi, si vedrà: tra dodici mesi beato chi è vivo.
Ovviamente, il governo Prodi ha scelto la seconda strada.
L'altro modo è il modo cialtrone, quello di chi non ha la forza e/o la volontà politica di ridurre le aliquote, ma ha la necessità disperata di far credere agli elettori che il governo sta lavorando per loro. E' un metodo molto meno impegnativo. Con accorta scelta dei tempi si annuncia la riduzione delle aliquote Irpef quando i giochi veri sono terminati, cioè quando la Finanziaria è stata già approvata definitivamente. E quindi non è possibile trovare i soldi per finanziare un intervento serio. Di certo, non a partire dal nuovo anno. Tutt'al più, può saltare fuori qualche spicciolo tra le pieghe del bilancio. Se per una riforma dell'Irpef degna di questo nome occorre stanziare tra i 12 e i 16miliardi di euro, in questo modo, al massimo, il governo riesce a rimediarne 4mila. Per il primo anno, s'intende. Per quelli successivi, si vedrà: tra dodici mesi beato chi è vivo.
Ovviamente, il governo Prodi ha scelto la seconda strada.