Why Veltroni is unfit to run Italy

L'Economist, lo stesso settimanale inglese che ogni volta che massacrava Berlusconi finiva sulle prime pagine dei grandi quotidiani italiani, stavolta che parla di Walter Veltroni viene, di fatto, ignorato. Anche grazie alle agenzie di stampa, che hanno ripreso la notizia in pochissime righe e senza riportare i passaggi più significativi. Nel mio piccolo, faccio quel che posso per rimediare.
«(Veltroni) è incline alla retorica del guardare avanti: la sua campagna promette una "nuova stagione" e durante la conferenza stampa successiva alla sua vittoria ha promesso che il partito democratico sarà una "nuova forza" con un "nuovo linguaggio".

Forse. Ma questo partito è anche erede di quelli che sono stati in circolazione sin dalla nascita della repubblica, negli anni Quaranta. Veltroni è stato nel cuore dei meccanismi della politica italiana per oltre trent'anni (fu eletto nel consiglio comunale di Roma all'età di 21 anni). Poi entrò nel parlamento ed entrò nel governo (come vice primo ministro nel primo governo Prodi) all'età di 40 anni. Per quattro anni, ha diretto l'organo ufficiale del partito che ha preso il posto del Pci. (...)

Per lo scopo formidabile di mettere insieme l'eterogeneo centro-sinistra italiano, Veltroni è una scelta eccellente. Ma ciò di cui ha davvero bisogno il suo Paese è che il prossimo presidente del Consiglio sia qualcuno coraggioso abbastanza da aprire la sua economia ammuffita a una maggiore competizione. Poco, nel curriculum di Veltroni, suggerisce che lui sia l'uomo adatto a un simile lavoro».

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