La Jervolino vuole mettere il bavaglio al pm che indaga sull'eversione rossa

E' noto, basta scorrere l'elenco delle alte cariche dello Stato per capirlo: i comunisti, oggi, sono vittime di una «campagna di persecuzione». Si sa: la borghesia è «eversiva» per natura, e tutte le «conquiste di civiltà e progresso» ottenute nel nostro Paese portano la firma dei comunisti.

Per questi e altri motivi, chi si permette di indaga sui Carc (i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo) va fermato. Come il pm bolognese Paolo Giovagnoli, «novello Torquemada», autore di «una nuova caccia alle streghe, un’operazione di repressione preventiva degna dei tempi del fascismo».

Ora, che simili deliri abbiano libera cittadinanza su Internet non è cosa né nuova né strana. Nuovo e molto strano, invece, è che l'appello dei Carc per legare le mani a Giovagnoli, nel quale tali deliri sono messi tutti nero su bianco, sia stato appena firmato, come fanno sapere gli stessi Carc, da Rosa Russo Jervolino, attuale sindaco di Napoli ed ex ministro dell'Interno.

Delle due l'una. O la Jervolino smentisce tutto subito. Oppure la sua firma su quel manifesto c'è davvero. E allora la cosiddetta "sinistra moderata" è assai più sottomessa alla sinistra più estremista di quanto si potesse credere. Soprattutto, acquista tutta un'altra luce l'atteggiamento dei governi di centrosinistra, e in modo particolare di certi ministri dell'Interno, nei confronti di eversori, terroristi ed ex terroristi rossi.

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