Islam chiama Obama

La discussione sul gruppo di appartenenza degli autori degli attentati a Mumbai è del tutto inutile. Non ha senso chiedersi se appartengono o meno ad Al Qaeda, visto che quello di Al Qaeda di fatto è un franchising gratuito, un marchio di cui si può appropriare praticamente chiunque voglia compiere attentati in nome dell'Islam. Ciò che conta, invece, è l'appartenenza religiosa dei terroristi e il loro obiettivo: gli americani, gli inglesi, gli ebrei.

Come ha detto il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, «there is no doubt that the targets the terrorists singled out were Jewish, Israeli targets and targets identified with the West, Americans and Britons. Our world is under attack, it doesn't matter whether it happens in India or somewhere else. There are Islamic extremists who don't accept our existence or Western values».

La strage è il benvenuto del terrorismo islamico al presidente eletto americano, Barack Obama. Vuol dire che i mujaheddin cacceranno i cittadini statunitensi in qualunque parte del mondo, se il grande satana americano non cambierà radicalmente la sua politica estera. Cosa che ovviamente non avverrà. Obama pensava di mettere al secondo posto della sua agenda la guerra al terrorismo, per concentrasi sulla crisi economica. Forse dovrà ripensarci. Non è una buona notizia.

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