Prodi e la fiducia al Senato: una mano di conti - 3 (L'ipotesi più favorevole a Prodi)
Come previsto, nelle ultime ore Romano Prodi ha fatto di tutto per riconquistare voti tra i senatori intenzionati a non votargli più la fiducia. Basterà a farlo uscire vincente dal verdetto che sarà emesso tra poche ore? Vediamo come potrebbe andare a finire. Non nella ipotesi più probabile, ma nella ipotesi più favorevole al premier. E fate attenzione, perché in queste ore, anche al Tg1, si cavalca ogni voce, anche la meno attendibile, pur di far credere che il governo la spunta. Atteniamoci invece alla fredda logica dei numeri.
Il totale dei senatori è 322 (315 eletti + 7 senatori a vita). A questo numero occorre sottrarre il presidente Franco Marini, il senatore eletto all'estero Luigi Pallaro e il senatore a vita Sergio Pininfarina, i quali, per ragioni diverse, sicuramente non parteciperanno alla votazione. Ne restano 319.
Di questi, voteranno sicuramente "no" alla fiducia i 156 senatori del centrodestra, due senatori su tre dell'Udeur (Clemente Mastella e Tommaso Barbato), Lamberto Dini e l'ex rifondarolo Franco Turigliatto. Il totale fa 160. Memorizzate questo numero: da qui non ci schiodiamo, si può solo andare sopra.
Non voterà sicuramente la fiducia Domenico Fisichella. Nell'ipotesi più favorevole al governo, egli non voterà contro Prodi, ma uscirà dall'aula (abbassando così il quorum).
Restano in aula, quindi (se Fisichella esce), 318 senatori, compresi i sei senatori a vita residui. Tolti i 160 che voteranno sicuramente "no" alla mozione di fiducia, ne rimangono 158. Inclusi molti orientati a non votare la fiducia o fortemente indecisi, tipo Roberto Manzione o Willer Bordon. Il che potrebbe significare che: a) votano contro Prodi, come dovrebbe fare il diniano Giuseppe Scalera, oppure si astengono (ipotesi più sfavorevole al premier); b) escono dall'aula (ipotesi più favorevole a Prodi).
Bene, non arrovelliamoci troppo e ipotizziamo pure che tutti, ma proprio tutti questi indecisi e tendenzialmente contrari, siano stati riconquistati da Prodi, con i mezzi che possiamo intuire. Assegnamo pure, in altre parole, tutti i 158 voti restanti al governo. Prodi sarebbe comunque spacciato: 160 voti contrari, 158 a favore. I numeri sono questi. Il resto è solo fuffa e propaganda.
Il totale dei senatori è 322 (315 eletti + 7 senatori a vita). A questo numero occorre sottrarre il presidente Franco Marini, il senatore eletto all'estero Luigi Pallaro e il senatore a vita Sergio Pininfarina, i quali, per ragioni diverse, sicuramente non parteciperanno alla votazione. Ne restano 319.
Di questi, voteranno sicuramente "no" alla fiducia i 156 senatori del centrodestra, due senatori su tre dell'Udeur (Clemente Mastella e Tommaso Barbato), Lamberto Dini e l'ex rifondarolo Franco Turigliatto. Il totale fa 160. Memorizzate questo numero: da qui non ci schiodiamo, si può solo andare sopra.
Non voterà sicuramente la fiducia Domenico Fisichella. Nell'ipotesi più favorevole al governo, egli non voterà contro Prodi, ma uscirà dall'aula (abbassando così il quorum).
Restano in aula, quindi (se Fisichella esce), 318 senatori, compresi i sei senatori a vita residui. Tolti i 160 che voteranno sicuramente "no" alla mozione di fiducia, ne rimangono 158. Inclusi molti orientati a non votare la fiducia o fortemente indecisi, tipo Roberto Manzione o Willer Bordon. Il che potrebbe significare che: a) votano contro Prodi, come dovrebbe fare il diniano Giuseppe Scalera, oppure si astengono (ipotesi più sfavorevole al premier); b) escono dall'aula (ipotesi più favorevole a Prodi).
Bene, non arrovelliamoci troppo e ipotizziamo pure che tutti, ma proprio tutti questi indecisi e tendenzialmente contrari, siano stati riconquistati da Prodi, con i mezzi che possiamo intuire. Assegnamo pure, in altre parole, tutti i 158 voti restanti al governo. Prodi sarebbe comunque spacciato: 160 voti contrari, 158 a favore. I numeri sono questi. Il resto è solo fuffa e propaganda.