Clima, un convegno di cialtronate. Rassegna stampa minima
La conferenza sul clima organizzata a Roma da Alfonso Pecoraro Scanio e dal governo Prodi non è stata un convegno scientifico. E' stata una cialtronata. Lo dicono fior di scienziati, lo dice persino Prodi (Franco, fratello del premier, che di mestiere fa il climatologo).
Cristiani per l'ambiente ha curato una rassegna stampa minima dell'evento. Qui l'articolo del Corriere della Sera in cui Franco Prodi dice la banale verità, e cioè che il Pecoraro Show «non ha avuto niente di scientifico», che si è trattato di una conferenza «impostata male. Gli è stato dato un titolo e un'impronta scientifica, ma non è stato invitato nessuno scienziato. E hanno sbagliato a leggere i dati. (...) L'Italia è sempre in linea con il resto delle terre emerse. Hanno dato per scontato e misurato il contributo antropico all'aumento delle temperatura. Ma non è così: è assai probabile che ci sia il contributo dell'uomo nell'aumento della temperatura. Ma quantificarlo è, invece, il problema di questo secolo. E dare un messaggio distorto in questo senso è assolutamente nocivo perché blocca il desiderio dei giovani per la ricerca». Notare: pur dirigendo l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr, carica che ne fa automaticamente il maggior climatologo italiano, e pur essendo il fratello del premier, Franco Prodi non è stato invitato. Il motivo è chiaro: avrebbe rovinato la parata agli ecocastrofisti, che invece così hanno potuto lanciare allarmi infondati senza essere disturbati e chiedere una quota ancora maggiore dei nostri soldi per rallentare il libero mercato e lo sviluppo economico e industriale. Quando il problema del pianeta, invece, è il sottosviluppo di gran parte di esso (e la stessa cosa, mutatis mutandis, vale anche per il nostro Paese).
Qui l'articolo della Stampa in cui si illustra la teoria "controcorrente" (ma corroboratissima) di cinquecento scienziati che, incuranti di quello che gli può capitare, puntano il dito sull'attività solare e ci ricordano che il riscaldamento terrestre segue un ciclo di 1.500 anni. Come confermato, tra le altre mille cose, dalla presenza assidua di vigneti in Inghilterra, dei quali su questo blog si era parlato qui. Il verdetto è che «dalla fine dell'ultima era glaciale, 10mila anni fa, ci sono stati sei cicli e quindi una dozzina di periodi come quello che ora ci terrorizza e che una delle cause è legata alla variazione dell'irradiazione solare e alle conseguenze nell'atmosfera». Chi vuole saperne di più trova l'intero studio spiegato in un libro in vendita su Amazon.
Cristiani per l'ambiente ha curato una rassegna stampa minima dell'evento. Qui l'articolo del Corriere della Sera in cui Franco Prodi dice la banale verità, e cioè che il Pecoraro Show «non ha avuto niente di scientifico», che si è trattato di una conferenza «impostata male. Gli è stato dato un titolo e un'impronta scientifica, ma non è stato invitato nessuno scienziato. E hanno sbagliato a leggere i dati. (...) L'Italia è sempre in linea con il resto delle terre emerse. Hanno dato per scontato e misurato il contributo antropico all'aumento delle temperatura. Ma non è così: è assai probabile che ci sia il contributo dell'uomo nell'aumento della temperatura. Ma quantificarlo è, invece, il problema di questo secolo. E dare un messaggio distorto in questo senso è assolutamente nocivo perché blocca il desiderio dei giovani per la ricerca». Notare: pur dirigendo l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr, carica che ne fa automaticamente il maggior climatologo italiano, e pur essendo il fratello del premier, Franco Prodi non è stato invitato. Il motivo è chiaro: avrebbe rovinato la parata agli ecocastrofisti, che invece così hanno potuto lanciare allarmi infondati senza essere disturbati e chiedere una quota ancora maggiore dei nostri soldi per rallentare il libero mercato e lo sviluppo economico e industriale. Quando il problema del pianeta, invece, è il sottosviluppo di gran parte di esso (e la stessa cosa, mutatis mutandis, vale anche per il nostro Paese).
Qui l'articolo della Stampa in cui si illustra la teoria "controcorrente" (ma corroboratissima) di cinquecento scienziati che, incuranti di quello che gli può capitare, puntano il dito sull'attività solare e ci ricordano che il riscaldamento terrestre segue un ciclo di 1.500 anni. Come confermato, tra le altre mille cose, dalla presenza assidua di vigneti in Inghilterra, dei quali su questo blog si era parlato qui. Il verdetto è che «dalla fine dell'ultima era glaciale, 10mila anni fa, ci sono stati sei cicli e quindi una dozzina di periodi come quello che ora ci terrorizza e che una delle cause è legata alla variazione dell'irradiazione solare e alle conseguenze nell'atmosfera». Chi vuole saperne di più trova l'intero studio spiegato in un libro in vendita su Amazon.