Il bilancio di Fidel e le aspettative su Raúl
L'addio di Fidel Castro Ruz al potere fa intravedere un barlume di luce al leader intellettuale della dissidenza cubana in esilio, Carlos Alberto Montaner, vicepresidente dell'Internazionale liberale. Montaner traccia il bilancio di mezzo secolo di comunismo imposto all'isola dal tiranno barbuto e spiega perché la situazione, con Raúl Castro al potere, può migliorare. Di poco, certo, perché poi è sempre di comunisti che stiamo parlando.
Alcuni estratti dalla sua analisi, tradotti al volo dal sottoscritto:
Alcuni estratti dalla sua analisi, tradotti al volo dal sottoscritto:
- «Il bilancio di questi 50 anni è orrendo. Non c'è alcun modo in cui la storia possa assolvere Fidel Castro. Lo impediscono due milioni di esiliati, migliaia di prigionieri politici - quasi trecento dei quali sono ancora dietro le sbarre - migliaia di esecuzioni, assoluta assenza di libertà, famiglie distrutte e i peggiori fallimenti materiali nella storia delle dittature dell'America Latina».
- «Non è accaduto niente di buono in questo periodo? Sì. Il Paese ha 800.000 professionisti, tra i quali 65.000 medici di buon livello, in una popolazione di 11 milioni. Ma questo fatto, invece di esimere Fidel Castro dalle critiche, rappresenta per lui un nuovo capo d'accusa. Solo un governante profondamente incompetente può tenere in povertà una società che possiede un simile capitale umano. In ogni angolo del mondo, i professionisti sono parte del ceto medio e vivono con un certo legittimo benessere. In Cuba, vegetano senza alcuna speranza, in estrema povertà».
- «Raúl Castro inizierà una cauta riforma economica. Cosa cambierà?
Primo, ci sarà più spazio per i lavoratori in proprio ed emergeranno piccole imprese private, a conduzione familiare, in grado di provvedere a quei servizi che lo Stato non può fornire.
Secondo, la gente sarà autorizzata a vendere e comprare liberamente case e automobili.
Terzo, i cubani (inclusi gli atleti) avranno il permesso di lasciare il paese e tornare.
Non ci si può attendere alcuna riforma politica in direzione della democrazia, ma possiamo aspettarci il graduale rilascio dei prigionieri di coscienza e maggiore tolleranza per i dissidenti, assieme a un clima più aperto all'interno del partito comunista».
- «Cosa farà Castro da adesso sin quando morirà o perderà le sue facoltà? Di sicuro, appoggerà i cosiddetti "talebani" - il settore stalinista - e farà il franco tiratore, sabotando le riforme con i suoi commenti sui giornali, nella convinzione che il genere umano stia aspettando col fiato sospeso le sue perle di suprema saggezza per capire cosa sta avvenendo. E' così che si comportano i narcisisti, anche quando hanno un piede nelle tomba».