Quello che Human Rights First non dice
Si è molto letto e scritto, in questi giorni, di Hate Crimes, il rapporto dell'organizzazione non governativa Human Rights First su antisemitismo, islamofobia e omofobia in Europa (qui il sommario). Quello che il rapporto non dice è che gli immigrati musulmani nel continente hanno un doppio ruolo: vittime dell'islamofobia, certo, ma anche carnefici di ebrei e omosessuali.
Emblematico il caso di Ilan Halimi, il giovane (23 anni) figlio di immigrati marocchini rapito nel 2006 da un gang nei sobborghi di Parigi, torturato per tre settimane e ucciso nel modo più barbaro perché ebreo. Il suo è il nome che appare più spesso nel rapporto, proprio perché quell'omicidio scosse l'opinione pubblica francese (nella banlieue dove era tenuto prigioniero tutti sapevano che lui era lì, ma tutti furono complici degli assassini. Alcuni vicini di casa dei suoi sequestratori furono persino invitati ad assistere alle torture).
Il rapporto di HRF, però, si scorda di dire una cosa essenziale: i suoi aguzzini erano giovani islamici. Persino Wikipedia si è sentita in dovere di sottolineare questo aspetto, che ovviamente fu al centro delle polemiche che seguirono l'omicidio: «Implicati nel crimine sono i membri di una gang giovanile che si chiamano "les barbares", molti dei quali musulmani. Le persone arrestate sino ad oggi sono in gran parte figli disoccupati di immigranti dai Paesi africani. (...) La polizia, secondo quanto riferito, ha trovato "letteratura fondamentalista islamica e pro-palestinese" durante un arresto». Testimoni hanno raccontato poi che, durante il rapimento, i carnefici del ragazzo si divertivano a telefonare alla famiglia della vittima, e facevano ascoltare ai suoi genitori le sue grida di dolore sotto tortura mentre leggevano a voce alta versetti del Corano. Per inciso: in Francia nel 2006 i reati d'odio (per motivi razziali e verso gli omosessuali) sono scesi del 10% rispetto all'anno precedente. Uniche ad aumentare, le aggressioni contro gli ebrei.
Si dirà: è una scelta del rapporto di HRF, quella di non specificare chi sono gli aggressori. E invece no. Perché, ad esempio, del criminale che è entrato armato di coltello in una sinagoga di Mosca e ha ferito gravemente nove ebrei ci tiene a farci sapere che era un estremista di destra. Giustamente. Tutto ciò che il rapporto ci dice invece del razzismo islamico è che «l'antisemitismo è stato anche promosso, attraverso buona parte dell'Europa occidentale, tramite Internet e altri media connessi al Medio Oriente e ad altri Paesi islamici che hanno promosso l'odio nei confronti degli ebrei come parte di un messaggio politico teso a delegittimare Israele». Notare l'eufemismo: si parla di odio per gli ebrei promosso tramite i mass media dai Paesi musulmani, ma non delle aggressioni compiute dagli islamici che risiedono in Europa. Si tratterebbe di qualcosa di lontano, insomma, più legato a complesse questioni geopolitiche che alla vita quotidiana di certi sobborghi inglesi o francesi.
Eppure lo stesso rapporto sull'antisemitismo diffuso nel 2006 dall'Agenzia dell'Unione Europea per i Diritti Fondamentali alla fine dovette riconoscere, pur tra mille imbarazzi, che «in alcuni Paesi - ad esempio in Francia e Danimarca - (...) vi sono prove evidenti di uno spostamento delle responsabilità delle aggressioni dall'estrema destra verso i giovani maschi islamici» e che «i dati disponibili suggeriscono che un numero crescente di incidenti nel Regno Unito è stato causato da islamici o da simpatizzanti della causa palestinese».
Discorso simile per l'omofobia. Il libro di Bruce Bawer, giornalista gay americano che da anni vive in nord Europa, riporta numerosissimi casi di omosessuali aggrediti da gang di giovani islamici. In un articolo per il Boston Globe, lo stesso Bawer dice che «la principale organizzazione olandese per i diritti degli omosessuali ammette che, a causa dei pestaggi di omosessuali praticati dai musulmani, la tolleranza in Amsterdam si sta volatilizzando "come sabbia tra le dita"». Senza scordare che l'imam di Manchester di recente ha dichiarato che è perfettamente giustificabile la condanna a morte degli omosessuali, in quanto prevista dai precetti dell'islam.
Di tutto questo nel rapporto della ong non vi è traccia. E invece il doppio ruolo degli islamici in Europa deve essere messo in risalto, perché è inutile fingersi risoluti nell'invocare soluzioni ai problemi, come fa Human Rights First, se prima non si ha il coraggio di individuare cause e responsabilità. E la crescente presenza di immigrati islamici in Europa è una delle cause dell'aumento delle violenze antisemite e omofobiche. Piaccia o meno.
Post scriptum. Sull'antisemitismo e l'estremismo islamico in Francia, da questo stesso blog:
Succede in Europa
I primi frutti dell'antisemitismo europeo
Emblematico il caso di Ilan Halimi, il giovane (23 anni) figlio di immigrati marocchini rapito nel 2006 da un gang nei sobborghi di Parigi, torturato per tre settimane e ucciso nel modo più barbaro perché ebreo. Il suo è il nome che appare più spesso nel rapporto, proprio perché quell'omicidio scosse l'opinione pubblica francese (nella banlieue dove era tenuto prigioniero tutti sapevano che lui era lì, ma tutti furono complici degli assassini. Alcuni vicini di casa dei suoi sequestratori furono persino invitati ad assistere alle torture).
Il rapporto di HRF, però, si scorda di dire una cosa essenziale: i suoi aguzzini erano giovani islamici. Persino Wikipedia si è sentita in dovere di sottolineare questo aspetto, che ovviamente fu al centro delle polemiche che seguirono l'omicidio: «Implicati nel crimine sono i membri di una gang giovanile che si chiamano "les barbares", molti dei quali musulmani. Le persone arrestate sino ad oggi sono in gran parte figli disoccupati di immigranti dai Paesi africani. (...) La polizia, secondo quanto riferito, ha trovato "letteratura fondamentalista islamica e pro-palestinese" durante un arresto». Testimoni hanno raccontato poi che, durante il rapimento, i carnefici del ragazzo si divertivano a telefonare alla famiglia della vittima, e facevano ascoltare ai suoi genitori le sue grida di dolore sotto tortura mentre leggevano a voce alta versetti del Corano. Per inciso: in Francia nel 2006 i reati d'odio (per motivi razziali e verso gli omosessuali) sono scesi del 10% rispetto all'anno precedente. Uniche ad aumentare, le aggressioni contro gli ebrei.
Si dirà: è una scelta del rapporto di HRF, quella di non specificare chi sono gli aggressori. E invece no. Perché, ad esempio, del criminale che è entrato armato di coltello in una sinagoga di Mosca e ha ferito gravemente nove ebrei ci tiene a farci sapere che era un estremista di destra. Giustamente. Tutto ciò che il rapporto ci dice invece del razzismo islamico è che «l'antisemitismo è stato anche promosso, attraverso buona parte dell'Europa occidentale, tramite Internet e altri media connessi al Medio Oriente e ad altri Paesi islamici che hanno promosso l'odio nei confronti degli ebrei come parte di un messaggio politico teso a delegittimare Israele». Notare l'eufemismo: si parla di odio per gli ebrei promosso tramite i mass media dai Paesi musulmani, ma non delle aggressioni compiute dagli islamici che risiedono in Europa. Si tratterebbe di qualcosa di lontano, insomma, più legato a complesse questioni geopolitiche che alla vita quotidiana di certi sobborghi inglesi o francesi.
Eppure lo stesso rapporto sull'antisemitismo diffuso nel 2006 dall'Agenzia dell'Unione Europea per i Diritti Fondamentali alla fine dovette riconoscere, pur tra mille imbarazzi, che «in alcuni Paesi - ad esempio in Francia e Danimarca - (...) vi sono prove evidenti di uno spostamento delle responsabilità delle aggressioni dall'estrema destra verso i giovani maschi islamici» e che «i dati disponibili suggeriscono che un numero crescente di incidenti nel Regno Unito è stato causato da islamici o da simpatizzanti della causa palestinese».
Discorso simile per l'omofobia. Il libro di Bruce Bawer, giornalista gay americano che da anni vive in nord Europa, riporta numerosissimi casi di omosessuali aggrediti da gang di giovani islamici. In un articolo per il Boston Globe, lo stesso Bawer dice che «la principale organizzazione olandese per i diritti degli omosessuali ammette che, a causa dei pestaggi di omosessuali praticati dai musulmani, la tolleranza in Amsterdam si sta volatilizzando "come sabbia tra le dita"». Senza scordare che l'imam di Manchester di recente ha dichiarato che è perfettamente giustificabile la condanna a morte degli omosessuali, in quanto prevista dai precetti dell'islam.
Di tutto questo nel rapporto della ong non vi è traccia. E invece il doppio ruolo degli islamici in Europa deve essere messo in risalto, perché è inutile fingersi risoluti nell'invocare soluzioni ai problemi, come fa Human Rights First, se prima non si ha il coraggio di individuare cause e responsabilità. E la crescente presenza di immigrati islamici in Europa è una delle cause dell'aumento delle violenze antisemite e omofobiche. Piaccia o meno.
Post scriptum. Sull'antisemitismo e l'estremismo islamico in Francia, da questo stesso blog:
Succede in Europa
I primi frutti dell'antisemitismo europeo