E' arrivato l'anti-Prodi

Gli ultimi dubbi sono svaniti. Walter Veltroni si presenta ufficialmente come l'anti-Prodi. Il suo programma, tratteggiato oggi al Corriere, è fatto apposta per essere confrontato con quello dell'attuale governo. Del quale, sotto molti aspetti, rappresenta l'antitesi.

Nel numero delle pagine: «Il programma di governo non dev’essere di 280 cartelle, ma di 10 punti, chiari, netti, identificabili». Notare che il numero scelto da Veltroni, 280, non è casuale.

Nella questione fiscale: «È evidente che il patto è in crisi, e ne occorre un altro per un fisco meno oppressivo e uno Stato più leggero ed efficiente. Un cittadino del Nord-Est che paga le tasse e attende la Pedemontana da anni, capisce che i suoi soldi non sono spesi bene».

Nella sicurezza che oggi manca: «Dobbiamo lavorare anche per il presidio del territorio. E per contrastare quanti, stranieri o italiani, violano la legalità. Occorre essere molto duri e molto severi: l’effettività della pena dev’essere una cosa seria».

Mentre nella frase che appare come la più tranquillizzante nei confronti del presidente del Consiglio - «il mio obiettivo è consolidare Prodi, non sostituirlo» - è riassunto tutto il nuovo rapporto di forza tra i due: Veltroni si sente così forte da poter disarcionare Prodi, e gli fa sapere che questo non accadrà, ma solo perché lui non vuole.

Update pomeridiano. E infatti. Arturo Parisi, prodiano sempre più tiepido ma pur sempre prodiano, commenta così le "rassicurazioni" di Veltroni sul fatto che non intende prendere il posto di Prodi: «Mi sorprende e mi preoccupa che Veltroni abbia sentito la necessità di dirlo. È nelle cose, nella parte scritta e non scritta del nostro ordinamento, che a Palazzo Chigi si va sulla base di un voto popolare». Non siamo ancora alla resa dei conti definitiva, ma i primi segnali sono chiari.

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