Le ragioni dell'abbraccio tra l'Islam e la sinistra

L'unione - ormai non più solo "di fatto" - tra la sinistra di matrice marxista e l'islam radicale è uno dei grandi misteri del nostro tempo. Giacché la sinistra ha trascorso le ultime quattro decadi «battendosi per quelle stesse libertà contro cui l'Islam si oppone: la libertà sessuale, i diritti degli omosessuali, la libertà dalla religione, la pornografia e varie forme di trasgressione artistica, pacifismo e così via». Eppure, a saldare questa alleanza, ognuno a modo suo, ci sono nomi di primissimo piano e di varia estrazione, quali Hugo Chávez, il terrorista Ilich Ramírez Sánchez, Ken Livingstone, Noam Chomsky, il ministro olandese Ella Vogelaar, Michel Foucault, Jean Baudrillard, Oskar Lafontaine...

Daniel Pipes, in un pezzo scritto per la National Review, spiega il mistero con quattro ragioni. Primo: la sinistra anticapitalista e l'islam radicale, anche se per ragioni diverse, hanno gli stessi nemici, cioè la civiltà occidentale e in particolare gli Stati Uniti. Secondo: hanno alcuni obiettivi politici comuni, quali la fine di Israele e l'apertura più ampia possibile delle frontiere occidentali all'arrivo di nuovi immigrati. Terzo: nonostante la loro apparente inconciliabilità, islam e sinistra hanno alcuni legami storici e filosofici. Quarto: hanno capito che, insieme, possono ottenere risultati impossibili da raggiungere se marciano separati.

Spiega tutto in dettaglio, alquanto bene, Daniel Pipes.

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