Il New York Times tra multiculturalismo e stupidità
Quattromilaottocentosessantuno parole per spiegare agli americani che vivere sotto la Sharia non deve essere poi così male, e che in fondo l'arcivescovo di Canterbury non ha fatto pipì fuori dal vasino quando ha proposto di introdurre elementi della Sharia nell'ordinamento giuridico inglese. Non sul bollettino semiclandestino di qualche moschea, ma sul magazine del New York Times, fresco di pubblicazione.
Va bene che il confronto tra tutte le idee, anche le più imbecilli, è l'essenza della società aperta, e alla fine dovrebbe confermarne la superiorità. Però Arnold Toynbee doveva avere in mente anche simili bischerate quando diceva che le «civilità non muoiono per omicidio, ma per suicidio». Tornano alla memoria Karl Popper e le sue istruzioni per l'uso: «Tolleranti con i tolleranti, intolleranti con gli intolleranti». Questo spiega come comportarsi con integralisti islamici e gente del genere. Resta da capire come regolarsi con i pirla.
Va bene che il confronto tra tutte le idee, anche le più imbecilli, è l'essenza della società aperta, e alla fine dovrebbe confermarne la superiorità. Però Arnold Toynbee doveva avere in mente anche simili bischerate quando diceva che le «civilità non muoiono per omicidio, ma per suicidio». Tornano alla memoria Karl Popper e le sue istruzioni per l'uso: «Tolleranti con i tolleranti, intolleranti con gli intolleranti». Questo spiega come comportarsi con integralisti islamici e gente del genere. Resta da capire come regolarsi con i pirla.