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Visualizzazione dei post da marzo, 2008

Perché Fitna deve essere visibile online

I vertici delle istituzioni europee e di quella vergogna chiamata Organizzazione delle Nazioni Unite hanno fatto a gara nel condannare la pubblicazione online di Fitna, il film sull'islam del leader politico olandese Geert Wilders. Solita reazione spaventata dei dhimmi , che in nome dell'appeasement ogni giorno sono pronti a rinunciare a una nuova fetta delle loro libertà. Una scelta vergognosa sotto molti aspetti, che vanno oltre la ragione principale e più ovvia, ovvero la difesa della libertà d'espressione. Sono gli stessi motivi che mi hanno fatto pubblicare Fitna su questo blog . Ne cito due. Primo. Nel film non vi è nulla di falso. Fitna è un documentario girato con materiale di archivio, intervallato con citazioni originali del corano. Tutto materiale la cui veridicità nessuno può contestare. Roba risaputa, che gli interessati all'argomento (e non solo) conoscono benissimo: gli attentati in Europa e negli Stati Uniti, l'indottrinamento antisemita dei piccoli

Fitna, Allam e Hirsi Ali: l'Europa alla rovescia

di Fausto Carioti Diceva Arnold Toynbee, grande storico inglese vissuto nel secolo scorso, che «le civiltà non muoiono per omicidio, ma per suicidio». Ci siamo, è tutto pronto. L’Europa ha scelto la sua linea ufficiale: difendere il carnefice e infierire sulla vittima. Più scemi di così si muore, e infatti è proprio quello che sta accadendo al vecchio continente. Il Parlamento di Strasburgo ha appena confermato di essere il primo degli enti inutili. Abituati come sono a legiferare sulla curvatura delle banane e le dimensioni dei profilattici autorizzati a entrare nelle case dei contribuenti che li mantengono, gli eurodeputati non hanno ritenuto causa degna della loro attenzione la difesa della vita di Ayaan Hirsi Ali . Trentotto anni, di origini somale, Hirsi Ali è in cima alla lista dei nemici dell’islam radicale. Era giunta in Olanda nel 1992 per fuggire da un matrimonio combinato. Nel 2003 fu eletta in Parlamento e l’anno seguente, assieme a Theo van Gogh, realizzò “Submission”, fil

Fitna è ancora visibile. Qui

Il vecchio e il Cremlino

di Fausto Carioti Il distillato di odio antropologico si è arricchito di una nuova essenza: ora la sinistra accusa Silvio Berlusconi (anche) di essere «vecchio». Lo titola l’Unità in prima pagina: «Il mondo ci guarda. Silvio vecchio, Walter nuovo». È ovvio che il punto è l’età anagrafica, non quella politica. Berlusconi, politicamente parlando, a confronto del suo rivale è ancora al biberon. Nel 1994, quando Sua Emittenza scese in campo, Veltroni era già stato capo della federazione giovanile comunista romana, consigliere in Campidoglio, deputato, membro del comitato centrale del Pci e direttore dell’Unità. L’anno in cui Veltroni ottenne il suo primo stipendio da politico (consigliere del comune di Roma, era il 1976) al Cremlino comandava Leonid Breznev, il presidente degli Stati Uniti era Gerald Ford, la Dc era guidata da Benigno Zaccagnini, Peppino Di Capri vinceva il festival di Sanremo, il ct della nazionale di calcio si chiamava Fulvio Bernardini e Fabio Capello giocava a centroca

Fitna. The Movie. Here

Eccolo, appena pubblicato su Internet. E' Fitna, il film sull'islam di Geert Wilders, che ha raccolto a modo suo il testimone lasciato cadere da Pym Fortuyn. Se ne discuterà molto. Presto ne parleremo anche qui. Update del 28 marzo, ore 21.40 . Il sito Live Leak è stato costretto a togliere Fitna dai suoi server. Incidentalmente, ne avevo salvato una copia sull'hard disk. L'ho uplodata (scusate l'orrido neologismo) su Blogger, ed è quella che vedete adesso qui sopra. Chi vuole leggere le ragioni per cui Fitna è stata tolta da Live Leak, le trova qui .

Magdi Allam: quello che il Corriere non ha scritto

Domenica 23 marzo il Corriere della Sera pubblicava lo scritto con cui Magdi Allam annunciava e spiegava la sua conversione da islamico a cattolico. Lo potete leggere qui . Ma quello mandato in rotativa da via Solferino non era il testo integrale della lettera del neoconvertito Allam. Il che un po' sorprende, vista la portata della notizia e i suoi protagonisti (Allam, che del Corriere è vicedirettore ad personam, e papa Benedetto XVI). Così, chi vuole leggere il testo completo della lettera di Magdi Cristiano Allam a Paolo Mieli deve andare su Internet, e fare click qui . Io mi sono divertito a cercare le parti che il Corriere non ha pubblicato, ritenendole evidentemente superflue, e ad evidenziarle in bold qui sotto, dove ho ripubblicato integralmente la lettera di Allam (al quale appartiene ovviamente il copyright del suo scritto). Caro Direttore, Ciò che ti sto per riferire concerne una mia scelta di fede religiosa e di vita personale che non vuole in alcun modo coinvolgere il

L'apostata

La conversione di Magdi Allam, sancita in modo clamoroso dal suo battesimo in San Pietro durante la messa pasquale officiata da Benedetto XVI, è un gesto dirompente per almeno due motivi. Primo. Da questo momento Allam, per gli islamici, è un "murtadd", un apostata. E la punizione che l'islam prescrive per gli adulti sani di mente che abbandonano la fede in Allah è la morte. Complimenti ad Allam per il coraggio. Secondo. Allam non è stato battezzato da un qualunque sacerdote, ma dal pontefice, in Vaticano. Molto dipenderà da come gli organi d'informazione racconteranno la vicenda, ma c'è il rischio concreto che nel mondo musulmano questo gesto di Ratzinger sia interpretato come una pubblica umiliazione inflitta dal capo della Chiesa cattolica all'islam. Questo darebbe vita a risentimenti analoghi a quelli causati dal discorso che Ratzinger tenne a Ratisbona nel settembre del 2006. Spero di sbagliarmi. Buona Pasqua a tutti. Updates del 23 marzo, ore 19.05. 1)

La certificazione del disastro

Fossi un candidato del centrodestra, da qui al voto mi presenterei in piazza e in televisione sbandierando le tabelle dell' indagine dell'Osservatorio Capitale Sociale realizzata da Demos , l'istituto presieduto da Ilvo Diamanti, per conto delle Coop (addirittura) e pubblicata oggi da Repubblica (nientemeno). Raffronta la percezione che gli italiani hanno adesso della loro situazione economica con quella che avevano nel 2006, al momento del passaggio di consegne tra il governo Berlusconi e l'esecutivo Prodi. Ne esce fuori la certificazione di un disastro colossale, la prova inappellabile che il governo dell'Unione ha fatto carne di porco del ceto medio, delle classi più deboli e dei piccoli risparmiatori. Qualche perla: Erano il 40%, nel 2006, gli italiani che ritenevano di appartenere al ceto popolare o alla classe operaia, oggi sono il 46%. Quanti si “sentono” ceto medio sono diminuiti, in modo speculare, dal 54 al 49% . Si è ulteriormente assottigliata anche la

Il New York Times tra multiculturalismo e stupidità

Quattromilaottocentosessantuno parole per spiegare agli americani che vivere sotto la Sharia non deve essere poi così male, e che in fondo l'arcivescovo di Canterbury non ha fatto pipì fuori dal vasino quando ha proposto di introdurre elementi della Sharia nell'ordinamento giuridico inglese. Non sul bollettino semiclandestino di qualche moschea, ma sul magazine del New York Times , fresco di pubblicazione. Va bene che il confronto tra tutte le idee, anche le più imbecilli, è l'essenza della società aperta, e alla fine dovrebbe confermarne la superiorità. Però Arnold Toynbee doveva avere in mente anche simili bischerate quando diceva che le «civilità non muoiono per omicidio, ma per suicidio». Tornano alla memoria Karl Popper e le sue istruzioni per l'uso: «Tolleranti con i tolleranti, intolleranti con gli intolleranti». Questo spiega come comportarsi con integralisti islamici e gente del genere. Resta da capire come regolarsi con i pirla.

Tibet, le foto del massacro

Per capire qualcosa di quello che sta accadendo a Lhasa e dintorni, lasciate perdere l'informazione "ufficiale", che copia le agenzie di stampa e vi dice la stesse cose che trovate sul Televideo. Leggete invece AsiaNews . Tipo questo commento di padre Bernardo Cervellera, che spiega bene come quella che si sta combattendo sia, per Pechino, innanzitutto una sfida economica. O queste crudissime fotografie delle vittime ( 1 , 2 , 3 , 4 , 5 , 6 , 7 , 8 ). Fate caso all'età media: vent'anni. Da aggiungere alla lunghissima lista dei martiri di quel paradiso in terra chiamato comunismo.

Ma quale Ciarrapico: il problema è il petrolio

di Fausto Carioti Con tutto il rispetto e tutta la simpatia per il personaggio, la presenza di Giuseppe Ciarrapico nella prossima legislatura avrà un peso pari a quello di qualsiasi altro peone: prossimo allo zero. “Er Ciarra”, come lo chiamano a Roma, non farà il premier né il ministro né il presidente di commissione. Vivacchierà tra il Transatlantico e la sua Ciociaria e quando avrà voglia di vedersi in prima pagina tirerà fuori qualche sparata da nostalgico del Ventennio, che farà la gioia dei colleghi di Unità e Repubblica. Finita lì. Nessuno si attende che Silvio Berlusconi gli metta sul piatto qualcosa di più di una semplice candidatura. Né Ciarrapico, uomo di mondo, si aspetta altro. È una vicenda che il popolo della libertà ha gestito in modo masochista, nella quale - ovviamente - la sinistra sguazza e alla quale i tre quarti dei vertici dell’informazione di Stato danno il massimo risalto, impegnati come sono a tirare il carro per Walter Veltroni (atteggiamento comprensibile: i

Prima del Ciarra

Sì, certo, Giuseppe Ciarrapico e le sue frasi danno un certo fastidio pure da queste parti. Ma che da sinistra si scandalizzino e facciano le verginelle, insomma, fa un po' ridere. Un tale Romano Misserville fu nientemeno che sottosegretario alla Difesa del governo D'Alema. Appena nominato, portò il ritratto del Duce al ministero. Diceva che D'Alema gli ricordava Almirante. Chi vuole saperne di più, può rileggersi l'intervista che il camerata Misserville diede a Repubblica nel dicembre del 1999. Meritoriamente recuperata da L'Occidentale .

Er cinema italiano fa schifo e gli inglesi ce lo dicono in faccia

Er cinema de Stato, er cinema dei cinematografari impegnati e de sinistra, quelli che insorgono e gridano all’emergenza “curturale” se qualcuno gli dà dei marchetteri mantenuti dai politici con i soldi dei contribuenti. Il cinema italiano che da un pezzo non ha più nulla da dire. Eccolo qui, raccontato come si deve dal quotidiano inglese The Guardian : The Italian industry is surely still regarded with envy by many other EU member states - Lithuania, say, or Luxembourg. It boasts a healthy output and an eclectic crop of distinctive directors, ranging from the icy Paolo Sorrentino to the clownish Roberto Benigni and the mercurial Nanni Moretti, who won the 2001 Palme d'Or for his family drama The Son's Room. It is simply that Italian film lacks the impact and the global reach that it enjoyed in the days of Rossellini, De Sica, Antonioni, Bertolucci and the Taviani brothers. (...) Two decades ago, Italians bought twice as many cinema tickets as they did in Spain. Now the Spaniar

Tassa sulla sicurezza? No, grazie

di Fausto Carioti Fa onore, a Pier Ferdinando Casini, che abbia il coraggio di dire cose scomode in campagna elettorale. Il problema è che non tutte le proposte scomode sono anche intelligenti. L’esempio ce l’ha dato ieri lo stesso leader dell’Udc. Ha fatto sapere che nel suo programma elettorale è prevista l’introduzione di un nuovo balzello, con cui finanziare la lotta alla criminalità. «I cittadini italiani pagherebbero volentieri una “tassa di scopo” per la sicurezza e per le forze dell’ordine», sono state le sue parole . Dubitare della felicità dei contribuenti dinanzi a una nuova imposta è lecito, e comunque il candidato premier dei centristi non sembra avere idee chiarissime su quali siano i compiti dello Stato e a cosa serva una tassa di scopo. Quest’ultima è un’imposta che serve a realizzare un intervento ben preciso, straordinario e limitato nel tempo. Ad esempio, la Finanziaria 2007 aveva autorizzato i Comuni ad aumentare l’Ici, al massimo per cinque anni, per coprire un ter

Ratzinger e l'Islam: i frutti di Regensburg

In Vaticano è in arrivo una delegazione di teologi islamici. Dovranno discutere assieme a papa Ratzinger del possibile confronto tra le due religioni. Sono i primi frutti del discorso tenuto a Regensburg da Benedetto XVI nel settembre del 2006 . Al quale sono seguite numerose iniziative da parte di dotti musulmani, la più importante delle quali è stata la lettera aperta delle guide religiose al papa , che porta la data dello scorso 13 ottobre. Per capire qualcosa di quello che sta accadendo e quali sono le reali prospettive di un simile confronto (che nel mondo islamico, tanto per capirsi, sta appassionando soli pochissimi intellettuali), il consiglio è leggere l' analisi del teologo Samir Khalil Samir su Asia News . Il quale, pur apprezzando la lettera inviata a Ratzinger dai saggi musulmani, non nasconde il suo pessimismo: « E' possibile che il tutto si concluda con un buco nell’acqua. Mi sembra infatti che le personalità musulmane in contatto con il papa, vogliano sfuggire

L'Europa nucleare che la sinistra non vede

In uno sforzo di originalità, l'Unità scrive che il programma del Pdl è «radioattivo». Walter Veltroni, nonostante le tentazioni nucleariste di alcuni tra i principali esponenti del suo partito, dice che non c'è spazio per l'energia nucleare in Italia. Per quello che conta, il tuttora ministro per l'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, giura che il programma per l'energia del Pdl è contrario a non meglio definite strategie europee. Una constatazione, innazitutto: che Silvio Berlusconi in campagna elettorale abbia avuto il coraggio di tirare fuori dal cilindro un argomento potenzialmente così impopolare come l'apertura di nuove centrali nucleari, ha del clamoroso. O è cambiato Berlusconi, o - sondaggi alla mano - sono cambiati di brutto gli italiani e adesso sono in grande maggioranza favorevoli al ritorno all'energia nucleare. L'una cosa non esclude l'altra. Quindi, i fatti. La verità è che l'aumento record del prezzo del petrolio e gli accordi in

Le chances di Casini, il ruolo di Ruini

di Fausto Carioti C’è anche Pier Ferdinando Casini. In quella che passerà alla storia come la grande sfida tra Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, da ieri ha iniziato a fare sul serio pure il leader dell’Udc. Un po’ per scelta propria, molto per volontà altrui, Casini stavolta corre da solo per palazzo Chigi, sotto le insegne della Costituente di centro, lista di cui fanno parte anche Savino Pezzotta e Bruno Tabacci. Le chance di vittoria, va da sé, sono pari a zero. Ma qualche possibilità di avere nella prossima legislatura un peso politico di un certo rilievo, Casini ce l’ha. Tutto dipenderà da come giocherà le sue carte da qui al voto. Ieri, lanciando la campagna elettorale, il candidato premier dei centristi qualche colpo l’ha messo a segno. La denuncia del «duopolio» Berlusconi-Veltroni, per quanto scontata, mette il dito su un nervo scoperto: le dichiarazioni del Cavaliere e di Anna Finocchiaro, che invitano gli elettori a votare per il PdL o per il Pd, ignorando gli altri parti

C'è smog a Grillolandia

di Fausto Carioti Impossibile capire Beppe Grillo se non si fanno i conti con i suoi entusiasmi. I quali rispondono a logiche tutte loro, che con il pensiero euclideo nulla hanno a che vedere. Il suo entusiasmo per Antonio Di Pietro, ad esempio, ha generato vette irraggiungibili e abissi insondabili. Per l'amico Tonino, Grillo ha accettato persino di apparire in video alla kermesse nazionale dell'Italia dei valori. Ma quando - poche settimane dopo - l'ex pm si allea con «Topo Gigio», alias Walter Veltroni, uno dei suoi due bersagli preferiti (l'altro, manco a dirlo, è lo «psiconano»), tutto quello che riesce a dirgli è un flebile: «Mi ha lasciato un po' così». Dall'inventore del Vaffanculo-day l'Italia si attendeva un briciolo di fantasia e di coraggio in più. La grande smania del comico genovese, da qualche anno, è Internet. Grillo si è immerso in un groviglio di cavi Usb, porte Firewire, terabyte, schermi Lcd, modem wireless e software open source per il w