Consiglio non richiesto a Renata Polverini

Che tanti elettori berlusconian-liberisti del PdL (massì, qualcuno ce ne è ancora, e magari alla fine sono pure decisivi) non vadano in giro con la sciarpa e la maglietta di Renata Polverini, mi pare accertato. E comunque non per questo la candidatura della Polverini deve scandalizzare. Come si dice a Roma, oggi a me e domani a te: se vogliamo il grande partito, a turno dobbiamo turarci il naso un po' tutti quanti.

Però, ecco, se solo la candidata del PdL evitasse di aggiungere a tutto questo i meriti di Emma Bonino, ad esempio ricordando che la candidata radicale del Pd, tra le sue scandalose battaglie, annovera pure quelle del «referendum per l'abrogazione dell'articolo 18, l'abrogazione del servizio patronale e la proposta di legge per cambiare l'articolo 1 della Costituzione e togliere la parola lavoro», diciamo che non farebbe una lira di danno.

La prossima volta, prima di parlare, la Polverini pensi che sta chiedendo il voto anche a chi quei referendum e quelle battaglie li aveva condivisi. Indicarli come esempio di proposte da combattere non mi pare un'idea geniale.

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