L'ambasciatore Thorne e l'Italia - 2a puntata

Qualcuno ricorderà la notiziola - pubblicata solo su questo blog e su Libero - delle dichiarazioni rese il 16 luglio, davanti alla Commissione Esteri del Senato americano, da David H. Thorne, all'epoca ambasciatore designato per l'Italia (e oggi in carica a tutti gli effetti). Diceva Thorne: «Anche se gli Stati Uniti e l'Italia cooperano strettamente su numerosi temi, ci sono, comunque, alcune posizioni della politica estera italiana che continuano a preoccuparci». Bene, proprio attorno a questa frase gira la prima intervista rilasciata da Thorne a un quotidiano italiano. E' apparsa oggi sul Corriere della Sera.

Segnalo in particolare il seguente botta e risposta:
Non è che tra le materie che preoccupano gli Stati Uniti c’è l’interesse del governo italiano, di Berlusconi, per l’oleodotto South Stream, caro alla Russia, invece che per il Nabucco?
«Va considerato tutto in un contesto ampio. Una delle più grandi preoccupazioni della politica americana è la dipendenza energetica del l’Europa. Che non dipenda da una sola fonte e che le diversifichi: Nord Africa, Iran, Russia... L’Italia è in procinto di riprendere il suo programma nucleare, ne ho parlato nei miei incontri e mi pare ci sia un interessante impegno del governo a farlo. Al Dipartimento di Stato, nel governo americano il timore riguarda l’Europa, non solo l’Italia».
Thorne è stato sin troppo carino. In realtà le cose sono un pochino più serie, ma la sua gentilezza è comunque da apprezzare. Di tutta questa roba, comunque, qui si parla da un pezzo.

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