Cercavano Mussolini, hanno trovato Veltroni
di Fausto Carioti Il giochino è un po' infantile, ma il centrosinistra italiano, tornato all'anno zero, ci prova un gran gusto. Da quando Gianni Alemanno è diventato sindaco, ogni aggressione, ogni tafferuglio, ogni «vaffa» che vola nella capitale viene rivenduto da esponenti e giornali dell'opposizione come la prova definitiva che Roma è tornata ad essere il bivacco delle camicie nere. Il rischio, quando ci si entusiasma in certi giochi da bambini, è quello di pestarne una grossa e imbrattarsi di brutto. Ed è proprio quello che è accaduto con i fatti del Pigneto. Il pomeriggio di sabato 24 maggio, in questo popolare quartiere romano, una ventina di giovani, al seguito di un uomo di mezza età, hanno assalito alcuni negozi di immigrati, sfasciando vetrine e provocando danni ai locali. Il giorno dopo Repubblica titolava: «Raid neonazista al Pigneto». In realtà non c'erano immagini né testimonianze che accusassero la destra. C'era il racconto isolato della giornalista