Berlusconi è l'alibi per non riformare la giustizia
di Fausto Carioti Il succo del messaggio che manda in queste ore l’Associazione nazionale magistrati, sindacato unico delle toghe, è chiaro: finché a palazzo Chigi ci sarà Silvio Berlusconi sarà impossibile riformare la giustizia italiana. In altre parole, la presenza di un premier in guerra perenne con la magistratura - inutile chiedersi chi abbia iniziato per primo: ognuno si è già fatto la sua idea - rappresenta un alibi fantastico per tutti quei magistrati che non hanno alcuna voglia di migliorare le cose e difendono lo sfascio del sistema e i loro privilegi. E sì che ce ne vuole di coraggio per difendere un sistema in cui i magistrati sono giudicati da un organismo, il Csm, composto da loro colleghi che riescono a riabilitare e promuovere il giudice sorpreso a fare una fellatio a un minorenne nei bagni di un cinema (storia vera, raccontata nel libro di Stefano Livadiotti “Magistrati, l’ultracasta”). Un sistema nel quale la toga che si scorda di tirare fuori dal carcere gli indagat