Il disegno poco intelligente dei fanatici di Darwin
di Fausto Carioti
Il complotto papista avanza. Cioè, tranquilli: non c’è nessun complotto, però quelli di Micromega ne sono convinti, e farceli credere costa davvero poco. È successo che Libero ha recensito il libro che racchiude gli atti di un convegno a porte chiuse del Cnr, durante il quale le basi scientifiche dell’evoluzionismo sono state messe sotto accusa. Come sempre, si può concordare o meno. Micromega ha scelto una terza via: parlarne male senza capirci nulla.
Ora, non vale la pena di dilungarsi troppo sulla qualità delle argomentazioni. Sia perché l’ha già fatto ottimamente Marco Respinti su queste pagine. Sia perché è evidente che chi ha scritto su Micromega, e cioè un tale Telmo Pievani, in realtà il libro non l’ha toccato, ma ne ha letto solo la recensione, come conferma il fatto che tutte le frasi del libro che appaiono nel suo articolo sono copiate da quello di Libero. Però una perlina di Pievani, nella sua recensione della recensione, occorre metterla in evidenza. Costui ricorda quanto scritto da Libero, ovvero che «l’evoluzionismo non è più una teoria qualunque, da sottoporre a rischio di falsificazione, come richiesto dall’epistemologo Karl Popper per distinguere ciò che è scienza da ciò che non lo è. Esso è un dogma al quale si può aderire solo mediante atto di fede. Una metafisica, insomma. Proprio come quel “creazionismo” che degli evoluzionisti è il grande nemico». Questo, commenta Pievani, «è il ribaltamento diametrale della realtà (dicesi “creazionismo scientifico” proprio il tentativo di spacciare per scienza un contenuto di fede)».
Ecco, appunto, il livello è questo: dopo avere letto su Libero che il creazionismo (al pari del darwinismo) è «una metafisica», cioè una teoria non scientifica, l’intellettuale (diciamo così) di Micromega scrive che lo scopo di questa testata è «spacciare» il creazionismo, contenuto di fede, «per scienza». Cioè l’esatto contrario di quanto sostenuto da Libero. E dire che se lo era pure ricopiato. Ma forse la sua non è malafede. Forse è solo che questi tipi con lo scolapasta in testa vedono complotti ovunque. L’idea che al mondo esista gente che difende la scienza e, proprio per questo, ritiene il darwinismo scientificamente non dimostrabile, al pari del creazionismo, non li sfiora nemmeno. Se critichi Darwin, è evidente che fai parte dell’esercito oscuro dei nemici della ragione.
Casca in errore pure il Corriere della Sera, che ieri all’argomento ha dedicato una paginata dove si legge che Libero si schiera «in difesa del creazionismo». Quando invece qui si è fatto tutt’altro: si è dato spazio agli scienziati critici nei confronti del darwinismo, nella convinzione, molto popperiana, che «gli scienziati non dovrebbero mai essere dogmatici. Non dovrebbero mai sostenere di aver definitivamente e per sempre risolto un determinato problema; perché domani una nuova rivoluzione potrebbe portare a una soluzione molto differente».
Micromega, però, più che al pensiero di Popper sembra ispirarsi a quello di Dan Brown. Le prove del grande complotto cattolico? Il fatto che Joseph Ratzinger, un paio di anni fa, abbia detto che la teoria dell’evoluzione «in gran parte non è affatto dimostrabile per via sperimentale» e dunque «non è ancora una teoria completa e scientificamente verificata». Frase del tutto condivisibile, almeno fino a quando non sarà osservata l’apparizione di un nuovo organo in una specie animale. Ma che Micromega pretende di contestare citando l’evoluzione in vitro di una colonia di batteri Escherichia Coli, che nel giro di 21 anni, durante i quali si sono susseguite 40mila generazioni, si sarebbero trasformati in qualcosa di molto diverso. Restando pur sempre, però, organismi tristemente unicellulari chiamati Escherichia Coli. Eppure alle creature di Micromega, molto semplici anch’esse, basta questo per sparare che «i meccanismi darwiniani possono essere riprodotti in laboratorio, quantificati e previsti».
Però, appunto, farceli credere costa poco. E allora diciamo pure che il complotto sanfedista conquista proseliti e coinvolge editori laicissimi come Rubbettino. Che ha appena dato alle stampe “Le balle di Darwin. Guida politicamente scorretta al darwinismo e al disegno intelligente”. È la traduzione del volume dedicato all’evoluzionismo delle fortunate “Politically incorrect guide”, libri divulgativi molto popolari negli Stati Uniti. Lo ha firmato il biologo Jonathan Wells, che studiando si è convinto dell’esistenza di un «disegno intelligente»: teoria che non nega l’evoluzione, semmai pretende di spiegarla molto meglio della casualità darwiniana. Una cosa ben diversa dal creazionismo biblico: «Una persona», scrive Wells, «non ha neppure bisogno di credere in Dio per infierire l’esistenza di un disegno intelligente nella natura». Basta non dirlo a quelli di Micromega, che alla storia dei nemici di Darwin ispirati dalle visioni mistiche credono sul serio. Che Dio (o chi per Lui) ce li conservi a lungo così.
© Libero. Pubblicato il 2 dicembre 2009.
Il complotto papista avanza. Cioè, tranquilli: non c’è nessun complotto, però quelli di Micromega ne sono convinti, e farceli credere costa davvero poco. È successo che Libero ha recensito il libro che racchiude gli atti di un convegno a porte chiuse del Cnr, durante il quale le basi scientifiche dell’evoluzionismo sono state messe sotto accusa. Come sempre, si può concordare o meno. Micromega ha scelto una terza via: parlarne male senza capirci nulla.
Ora, non vale la pena di dilungarsi troppo sulla qualità delle argomentazioni. Sia perché l’ha già fatto ottimamente Marco Respinti su queste pagine. Sia perché è evidente che chi ha scritto su Micromega, e cioè un tale Telmo Pievani, in realtà il libro non l’ha toccato, ma ne ha letto solo la recensione, come conferma il fatto che tutte le frasi del libro che appaiono nel suo articolo sono copiate da quello di Libero. Però una perlina di Pievani, nella sua recensione della recensione, occorre metterla in evidenza. Costui ricorda quanto scritto da Libero, ovvero che «l’evoluzionismo non è più una teoria qualunque, da sottoporre a rischio di falsificazione, come richiesto dall’epistemologo Karl Popper per distinguere ciò che è scienza da ciò che non lo è. Esso è un dogma al quale si può aderire solo mediante atto di fede. Una metafisica, insomma. Proprio come quel “creazionismo” che degli evoluzionisti è il grande nemico». Questo, commenta Pievani, «è il ribaltamento diametrale della realtà (dicesi “creazionismo scientifico” proprio il tentativo di spacciare per scienza un contenuto di fede)».
Ecco, appunto, il livello è questo: dopo avere letto su Libero che il creazionismo (al pari del darwinismo) è «una metafisica», cioè una teoria non scientifica, l’intellettuale (diciamo così) di Micromega scrive che lo scopo di questa testata è «spacciare» il creazionismo, contenuto di fede, «per scienza». Cioè l’esatto contrario di quanto sostenuto da Libero. E dire che se lo era pure ricopiato. Ma forse la sua non è malafede. Forse è solo che questi tipi con lo scolapasta in testa vedono complotti ovunque. L’idea che al mondo esista gente che difende la scienza e, proprio per questo, ritiene il darwinismo scientificamente non dimostrabile, al pari del creazionismo, non li sfiora nemmeno. Se critichi Darwin, è evidente che fai parte dell’esercito oscuro dei nemici della ragione.
Casca in errore pure il Corriere della Sera, che ieri all’argomento ha dedicato una paginata dove si legge che Libero si schiera «in difesa del creazionismo». Quando invece qui si è fatto tutt’altro: si è dato spazio agli scienziati critici nei confronti del darwinismo, nella convinzione, molto popperiana, che «gli scienziati non dovrebbero mai essere dogmatici. Non dovrebbero mai sostenere di aver definitivamente e per sempre risolto un determinato problema; perché domani una nuova rivoluzione potrebbe portare a una soluzione molto differente».
Micromega, però, più che al pensiero di Popper sembra ispirarsi a quello di Dan Brown. Le prove del grande complotto cattolico? Il fatto che Joseph Ratzinger, un paio di anni fa, abbia detto che la teoria dell’evoluzione «in gran parte non è affatto dimostrabile per via sperimentale» e dunque «non è ancora una teoria completa e scientificamente verificata». Frase del tutto condivisibile, almeno fino a quando non sarà osservata l’apparizione di un nuovo organo in una specie animale. Ma che Micromega pretende di contestare citando l’evoluzione in vitro di una colonia di batteri Escherichia Coli, che nel giro di 21 anni, durante i quali si sono susseguite 40mila generazioni, si sarebbero trasformati in qualcosa di molto diverso. Restando pur sempre, però, organismi tristemente unicellulari chiamati Escherichia Coli. Eppure alle creature di Micromega, molto semplici anch’esse, basta questo per sparare che «i meccanismi darwiniani possono essere riprodotti in laboratorio, quantificati e previsti».
Però, appunto, farceli credere costa poco. E allora diciamo pure che il complotto sanfedista conquista proseliti e coinvolge editori laicissimi come Rubbettino. Che ha appena dato alle stampe “Le balle di Darwin. Guida politicamente scorretta al darwinismo e al disegno intelligente”. È la traduzione del volume dedicato all’evoluzionismo delle fortunate “Politically incorrect guide”, libri divulgativi molto popolari negli Stati Uniti. Lo ha firmato il biologo Jonathan Wells, che studiando si è convinto dell’esistenza di un «disegno intelligente»: teoria che non nega l’evoluzione, semmai pretende di spiegarla molto meglio della casualità darwiniana. Una cosa ben diversa dal creazionismo biblico: «Una persona», scrive Wells, «non ha neppure bisogno di credere in Dio per infierire l’esistenza di un disegno intelligente nella natura». Basta non dirlo a quelli di Micromega, che alla storia dei nemici di Darwin ispirati dalle visioni mistiche credono sul serio. Che Dio (o chi per Lui) ce li conservi a lungo così.
© Libero. Pubblicato il 2 dicembre 2009.