Trappola porno per il G8

di Fausto Carioti

Ancora poche ore e sapremo di cosa sono fatte le pallottole che gli avversari di Silvio Berlusconi hanno tenuto in serbo per sparargliele durante il vertice G8, e sapremo se la vittima designata riuscirà a schivarle. Sono momenti cruciali, che il presidente del consiglio sta vivendo con l’ansia che meritano le grandi sfide della vita. La cancellazione della puntata di Porta a Porta prevista per ieri sera, dove sarebbe stato protagonista assoluto, e di tutti gli altri appuntamenti in agenda per questi due giorni, con l’esclusione della inderogabile comparsata di ieri accanto al presidente cinese Hu Jintao, conferma che Berlusconi intende mantenere il più basso profilo possibile, e accredita l’impressione di un premier col fiato sospeso.

Girano voci incontrollate, come sempre avviene in simili occasioni. Si parla con insistenza di scatti fotografici clandestini che ritrarrebbero il premier e un suo illustre ospite internazionale in posizione gaudente assieme a qualche signorina ai bordi della piscina di villa Certosa. Immagini di cui sarebbe al corrente anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il quale, proprio per questo, nei giorni scorsi avrebbe chiesto a tutti i protagonisti del teatrino una «tregua nelle polemiche» sino alla fine del G8, che vedrà l’Italia sotto i riflettori del mondo. Ma Napolitano, come noto, ha ricevuto una risposta da Repubblica la cui sostanza, depurata dei convenevoli, era chiara: nessuna tregua a Berlusconi.

Anche se le voci sulle fotografie dovessero rivelarsi vere, in quelle immagini non ci sarebbe nulla di rilevante da un punto di vista penale. Ad essere interessato sarebbe solo il basso ventre dei guardoni. Ma si punta a diffondere gli scatti fatti da Antonello Zappadu - o da qualcuno per conto suo - in sincronia con l’avvio del vertice, dove Berlusconi starà gomito a gomito con Barack Obama e gli altri grandi leader internazionali, proprio per massimizzare l’impatto mediatico e politico della vicenda. Assieme a queste immagini, che dovrebbero apparire forse oggi stesso nell’edizione cartacea o sul sito web di un grande quotidiano internazionale interessato a fare la pelle al premier (la lista è lunga), i nemici di Berlusconi contano di far uscire l’ennesima rivelazione da Bari. Dove la signorina Patrizia D’Addario sembra aver detto tutto quello che aveva da dire, e la sua figura è stata ben inquadrata, anche grazie al ritratto non proprio lusinghiero che ne hanno fatto le amiche. Ma tanto lei quanto le professioniste sue colleghe sono capaci di colpi di scena: hanno fiutato che questo è il loro momento, forse l’ultimo grande treno della loro vita, e intendono giocarsi l’occasione sino in fondo. Il libro che la D’Addario ha annunciato di voler scrivere la dice lunga.

Di sicuro chi intende terrorizzare palazzo Chigi non si sta risparmiando nessuno sforzo. L’editoriale apparso ieri su Repubblica era tutto un “avvertimento”. Si avvisava Berlusconi che i media internazionali rafforzeranno «i loro sforzi per offrire alle opinioni pubbliche occidentali una rappresentazione più puntuale e documentata dell’uomo che governa l’Italia». Si annunciava che presto il presidente del consiglio si «renderà amaramente conto» di quello che si pensa di lui negli altri Paesi e si chiudeva il salmo in gloria: «Non era senza fondamento il vaticinio che il capo del governo avrebbe trascinato nel suo declino l’intero Paese».

Massimo D’Alema si accoda e ci spera. Tanto che domenica sera, alla festa del Pd, ha detto senza giri di parole che la resa dei conti è imminente: l’Italia si avvia verso un «periodo di incertezza» e a breve potrebbero «aprirsi scenari imprevedibili». Questi libertini convertiti al moralismo si sono ridotti anche a fare da chierichetti ai vescovi italiani. Gli stessi prelati che irridono ogni qual volta esprimono il loro parere sull’eutanasia o sull’aborto o sulla morale sessuale, diventano una voce autorevole che nessuno può ignorare quando sembrano fare la predica a Berlusconi.
Una strategia che sembra comunque avere effetti, se è vero che domenica da palazzo Chigi, dopo la fuga di notizie su quanto sta per accadere, è partito un comunicato “preventivo” in cui si affermava che «le immagini descritte che si vorrebbero pubblicare non corrispondono a fatti avvenuti e sono certamente frutto di manipolazioni o fotomontaggi digitali».

Ma non è detto che le cose debbano andare come sperano D’Alema e Repubblica. C’è un’altra strada che può prendere il destino di Berlusconi. Un futuro possibile nel quale le fotografie che i suoi avversari faranno pubblicare dai giornali stranieri aggiungono poco o niente al nulla che si è visto negli scatti diffusi sinora, e nel quale la D’Addario e le altre “escort” che si vantano di aver messo piede a palazzo Grazioli insistono a rimestare i soliti veleni nel mortaio, perché altro non c’è. Dovessero andare davvero così le cose, Berlusconi potrebbe guardare con ottimismo al resto della legislatura. L’unica cosa sicura, in questa vicenda, è che tutte le cartucce che i suoi nemici hanno a disposizione gliele spareranno addosso da qui al culmine del G8, perché solo così possono sperare di infliggere al premier un colpo letale. E se non ce la fanno adesso, buttarlo giù dopo sarà quasi impossibile.

© Libero. Pubblicato il 7 luglio 2009.

Aggiornamento. Intanto il primo siluro di Repubblica si rivela un flop. Aspettiamo il resto.

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