L'Europa nucleare che la sinistra non vede

In uno sforzo di originalità, l'Unità scrive che il programma del Pdl è «radioattivo». Walter Veltroni, nonostante le tentazioni nucleariste di alcuni tra i principali esponenti del suo partito, dice che non c'è spazio per l'energia nucleare in Italia. Per quello che conta, il tuttora ministro per l'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, giura che il programma per l'energia del Pdl è contrario a non meglio definite strategie europee.

Una constatazione, innazitutto: che Silvio Berlusconi in campagna elettorale abbia avuto il coraggio di tirare fuori dal cilindro un argomento potenzialmente così impopolare come l'apertura di nuove centrali nucleari, ha del clamoroso. O è cambiato Berlusconi, o - sondaggi alla mano - sono cambiati di brutto gli italiani e adesso sono in grande maggioranza favorevoli al ritorno all'energia nucleare. L'una cosa non esclude l'altra.

Quindi, i fatti. La verità è che l'aumento record del prezzo del petrolio e gli accordi internazionali che impongono di ridurre l'emissione dei gas serra stanno rilanciando l'opzione dell'atomo di pace nei principali Paesi europei. In Gran Bretagna, innanzitutto. Dove il Department for Business, Enterprise and Regulatory Reform ha appena invitato ufficialmente tutti gli operatori del settore a investire nella creazione di centrali nucleari (l'avvio della costruzione dei primi due impianti è atteso entro il 2010 e in totale si dovrebbe arrivare a nove nuove centrali). Nel documento del governo laburista si legge che
The Government believes it is in the public interest that new nuclear power stations should have a role to play in this country's future energy mix alongside other low-carbon sources; that it would be in the public interest to allow energy companies the option of investing in new nuclear power stations; and that the Government should take active steps to open up the way to the construction of new nuclear power stations. (...) Nuclear power is:

* Low-carbon - helping to minimise damaging climate change;

* Affordable - nuclear is currently one of the cheapest low-carbon electricity generation technologies, so could help us deliver our goals cost effectively;

* Dependable - a proven technology, currently supplying a fifth of our electricity supplies, with reactors capable of producing electricity reliably;

* Safe - backed up by a highly effective regulatory framework; and,

* Capable of increasing the diversity of our energy supplies and reducing our dependence on any one technology or country for our fuel supplies.
A bassa emissione di carbonio, conveniente, affidabile, sicura e in grado di ridurre la dipendenza dall'estero: in questi giudizi che i laburisti danno dell'energia nucleare si misura tutta la distanza che ancora separa dal modello inglese il Pd di Veltroni e i suoi riformisti alla vaccinara.

Stesso discorso in Francia, dove è stato appena dato il via alla costruzione di un terzo reattore nucleare a Flamanville. Bulgaria, Finlandia e Ucraina, intanto, tirano dritte sulla costruzione di nuovi impianti. Resta da capire, adesso, fino a quando la Germania e la Spagna riusciranno a mantenere l'impegno di rinunciare gradualmente all'energia nucleare.

Quanto alle regole europee impropriamente evocate dall'ancora per poco ministro per l'Ambiente, il Libro Verde "Una strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva e sicura", varato dalla Commissione di Bruxelles nel marzo del 2006, parla chiaro: bisogna
«permettere un dibattito trasparente e oggettivo sul futuro ruolo dell’energia nucleare nell’UE, per gli Stati membri interessati. L’energia nucleare, attualmente, contribuisce a circa un terzo della produzione di energia elettrica dell’UE e, benché si debba prestare attenta considerazione agli aspetti dei rifiuti radioattivi e della sicurezza nucleare, rappresenta oggi la maggior fonte di energia senza emissioni di carbonio in Europa».
Addendum. Letture consigliate sull'argomento:
In Europe, New Life for Nuclear, su Business Week
Nuclear power's new age, sull'Economist
A White Paper on Nuclear Power, ovvero il documento integrale del governo inglese.

Da questo stesso blog:
Nucleare e non solo, faccia faccia tra i responsabili di An e dei Ds
Dal nucleare a Pecoraro Scanio: la triste parabola del Pci.

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