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Visualizzazione dei post da agosto, 2007

Gli amici di D'Alema e Diliberto

Ecco chi sono quelli cui Oliviero Diliberto corre a stringere la mano, quelli che vanno a braccetto con il ministro degli Esteri italiano. I loro obiettivi "politici" sono descritti in un rapporto di 128 pagine dell'organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch , appena pubblicato, che ha già scatenato nuove polemiche in Medio Oriente. Durante il conflitto armato con Israele, a partire dal 14 agosto 2006, Hezbollah ha più volte dichiarato che i suoi missili erano puntati essenzialmente verso bersagli militari in Israele, o che i suoi attacchi ai civili erano giustificabili come risposta al fuoco indiscriminato di Israele nel sud del Libano e come strumento per attirare Israele in un conflitto di terra. In verità, la prima pretesa è confutata dal grande numero di razzi che ha colpito oggetti civili ben distanti da ogni bersaglio militare, mentre gli ultimi argomenti sono inammissibili dinanzi alle leggi umanitarie internazionali. Le forze di Hezbollah

Il topolino ci riprova

Giuliano Amato insiste a voler indossare i panni di Rudolph Giuliani , decisamente troppo larghi per lui. Qui quello che ne pensa il sottoscritto, con un po' di dati in più rispetto a quelli del Wannabe, ma altrettanto ufficiali. Scritto pochi giorni fa.

Strade italiane, toponomastica sovietica

di Fausto Carioti Sei bambino, guardi per la prima volta la targa di una strada e chiedi ai genitori cos’è. Ti rispondono che le strade e le piazze sono dedicate a personaggi importanti, quasi sempre gente che ha onorato il nostro Paese e merita così di essere ricordata. A bocca spalancata, ti appunti mentalmente la lezione. Passano gli anni. Diventi grande e compri il tuo primo navigatore satellitare. Ti basta giocherellarci mezz’ora per capire che non era vero niente. Questo Paese ti rende la dovuta riconoscenza solo se ti chiami Cristoforo Colombo o Giuseppe Garibaldi, insomma se hai vissuto in periodi per i quali l’Italia ha già elaborato una sorta di memoria condivisa. Le altre targhe, quelle destinate ai protagonisti del secolo scorso, sono terra di lottizzazione per gli assessori comunali, proprio come il resto dell’amministrazione cittadina. Dopo decenni di giunte rosse, il risultato è che la toponomastica italiana puzza di rivoluzionari falliti, di mitologie da kolchoz, di com

E' arrivato l'anti-Prodi

Gli ultimi dubbi sono svaniti. Walter Veltroni si presenta ufficialmente come l'anti-Prodi. Il suo programma, tratteggiato oggi al Corriere , è fatto apposta per essere confrontato con quello dell'attuale governo. Del quale, sotto molti aspetti, rappresenta l'antitesi. Nel numero delle pagine: «Il programma di governo non dev’essere di 280 cartelle, ma di 10 punti, chiari, netti, identificabili». Notare che il numero scelto da Veltroni, 280, non è casuale . Nella questione fiscale: «È evidente che il patto è in crisi, e ne occorre un altro per un fisco meno oppressivo e uno Stato più leggero ed efficiente. Un cittadino del Nord-Est che paga le tasse e attende la Pedemontana da anni, capisce che i suoi soldi non sono spesi bene». Nella sicurezza che oggi manca: «Dobbiamo lavorare anche per il presidio del territorio. E per contrastare quanti, stranieri o italiani, violano la legalità. Occorre essere molto duri e molto severi: l’effettività della pena dev’essere una cosa seri

C'è un altro tesoretto. Sono già pronti a mangiarselo

di Fausto Carioti C’è un nuovo “tesoretto” nelle casse dello Stato. Ammonta a 4 miliardi di euro. Proveranno a vendervela come una buona notizia, ma non è così. Perché quei soldi in più rispetto al previsto vengono dalle tasche dei contribuenti. Perché il loro arrivo nelle mani di Tommaso Padoa-Schioppa e Vincenzo Visco era in gran parte prevedibile, e quindi la coppia da incubo avrebbe potuto evitare di infierire. E perché non un euro tornerà indietro a chi ha pagato più di quanto il governo osasse sperare. Al contrario: le tasse aumenteranno ancora, e il centrosinistra riuscirà a mangiarsi per intero il surplus fiscale attuale e quello che si accumulerà nei prossimi mesi. Il nuovo tesoretto farà così la fine di quello vecchio, volatilizzato tra mance e marchette elargite per ammansire i partitini dell’Unione e le categorie vicine ai sindacati amici. Il meccanismo ormai è collaudato. Lo adottarono una prima volta quando dissero che il governo Berlusconi aveva lasciato i conti pubblici

Le bugie del cibo organico, equo e solidale: se n'è accorto anche l'Espresso

Su questo blog, citando un'inchiesta dell'Economist, se ne scriveva lo scorso dicembre . Adesso c'è arrivato anche l'Espresso , che tutto è tranne che un magazine conservatore. Bene così.

I prigionieri politici di Hugo Chavez

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di Fausto Carioti Con Fidel Castro moribondo la sinistra comunista era in cerca di un nuovo dittatore da applaudire. L'attesa è stata breve: il vuoto politico è stato già riempito da Hugo Chávez, amico e allievo del tiranno cubano. In Venezuela si continua a votare, ma sono elezioni sempre meno libere: la stampa è intimidita e imbavagliata, le imprese passano la mano allo Stato, la polizia manganella e sbatte in carcere gli oppositori e ora la costituzione sta per essere riscritta a uso e consumo del caudillo. Tanto che Europa, quotidiano di una Margherita sempre più imbarazzata da certe connivenze, ha deciso di chiedere conto agli alleati e ai quotidiani della sinistra: «Sono stati i giornali comunisti a scegliere Caracas come la nuova Avana, la capitale di ogni possibile fronte comune contro il capitalismo e l'America. (…) A Rifondazione e anche a coloro che nel Pd considerano l'alleanza con questo partito non solo necessaria, ma indiscutibile, vorremo chiedere adesso: co

Quello che Human Rights First non dice

Si è molto letto e scritto , in questi giorni, di Hate Crimes , il rapporto dell'organizzazione non governativa Human Rights First su antisemitismo, islamofobia e omofobia in Europa ( qui il sommario ). Quello che il rapporto non dice è che gli immigrati musulmani nel continente hanno un doppio ruolo: vittime dell'islamofobia, certo, ma anche carnefici di ebrei e omosessuali. Emblematico il caso di Ilan Halimi, il giovane (23 anni) figlio di immigrati marocchini rapito nel 2006 da un gang nei sobborghi di Parigi, torturato per tre settimane e ucciso nel modo più barbaro perché ebreo. Il suo è il nome che appare più spesso nel rapporto, proprio perché quell'omicidio scosse l'opinione pubblica francese (nella banlieue dove era tenuto prigioniero tutti sapevano che lui era lì, ma tutti furono complici degli assassini. Alcuni vicini di casa dei suoi sequestratori furono persino invitati ad assistere alle torture). Il rapporto di HRF, però, si scorda di dire una cosa essenz

La favola del povero mujaheddin

Quella del povero mujaheddin che abbraccia la jihad in Occidente perché disoccupato, frustrato e tenuto ai margini da una società egoista che non vuole integrarlo è una favoletta dalle gambine corte corte, ma continua ad avere il suo seguito. A dispetto di ogni evidenza empirica. Intanto perché, a partire dall'11 settembre, la lista dei leader del terrorismo islamico e degli attentatori è composta da gente facoltosa, che anche grazie alle università occidentali ha avuto la possibilità di farsi un'istruzione e crearsi una posizione professionale di tutto rispetto. Con una inquetante predilezione - come ricordato sul Daily News - per l'attività medica. L'egiziano Ayman al-Zawahiri , braccio destro di Bin Laden, è un chirurgo di talento, nonché figlio di un docente di farmacologia alla scuola medica del Cairo e membro della Fratellanza Musulmana. Il leader di Hamas Abdel Aziz al-Rantissi , ucciso dagli aerei israeliani, era un pediatra. Mahmoud al-Zahar , uno dei fondato

Compagni che sbavano. Per Chavez

Non è colpa loro. E' che tanti compagnucci italiani non riescono a stare un giorno senza applaudire un dittatore. Vanno in crisi d'astinenza. Così, moribondo Fidel Castro, hanno già trovato con chi sostituirlo. Hugo Chávez, ovviamente, che del macellaio cubano è sodale ed erede politico. A Chávez perdonano tutto, compreso il giro di vite che ha dato alla libertà d'espressione, ai diritti dell'opposizione e che presto darà alla Costituzione, facendosi nominare capo a vita del governo venezuelano . Il senso di schifo dei moderati del centrosinistra è bene espresso da questo commento sulla prima pagina odierna di Europa, il quotidiano della Margherita. Commento che qui si sottoscrive in toto. L’ha fatta grossa, il caudillo venezuelano, con una specie di golpe costituzionale che gli assicura sostanzialmente un mandato presidenziale a vita: per decidere che l’Italia era ormai un regime avevamo aspettato molto meno, negli ultimi anni. Qui su Europa non amiamo impiccare pers

Se la legge Biagi licenzia Prodi

di Fausto Carioti E noi che ci avevamo riso sopra. L'avevamo scambiata per una gag da avanspettacolo, e invece si trattava di puro neorealismo. Era il 3 aprile del 2006 e Silvio Berlusconi faceva la sua profezia in diretta tv: «Immagino un tavolo con Prodi che cerca di tenere assieme Vladimir Luxuria che dà gratis gli spinelli, Pannella con su scritto Vaticano talebano, la Bonino con un cartello che dice aboliamo il concordato, Francesco Caruso con il passamontagna e i bulloni, Diliberto che sventola la bandiera di Fidel Castro e D'Alema vestito da marinaretto. Come può pensare di tenerli insieme?». Ecco, ora lo ammettono pure a sinistra: stare insieme è impossibile. Ammainate le scaramanzie, la parola «crisi» oggi è sulla bocca di tutti i sostenitori di Prodi. Ieri i lettori dei giornali vicini all'Unione avevano bisogno di un antidepressivo, che di questo passo presto troveranno allegato al loro quotidiano. Il direttore dell'Unità, Antonio Padellaro, iniziava avverten

La nuova politica estera italiana

Sempre più lontani dalla più grande democrazia del mondo, sempre più vicini ai kamikaze islamici che vogliono cancellare Israele. I danni prodotti alla politica estera italiana da Romano Prodi e dal suo governo li riassume benissimo tale Fouzi Ibrahim, portavoce di Hamas: «L'invito lanciato dal premier italiano, Romano Prodi, al dialogo con Hamas indica che Roma è uscita dall'ombrello americano». Per lui, ovviamente, si tratta di un doppio complimento. Dov'è lo scandalo nel dialogare con Hamas? Ecco cosa è Hamas, spiegato in un articolo di poche settimane fa da Furio Colombo, ex direttore ed ora editorialista dell'Unità, nonché attuale senatore dell'Ulivo (non proprio un neocon, insomma). 1. Hamas è una organizzazione che è stata eletta sulla base di un programma di guerra, terrorismo e distruzione di Israele. Siamo sicuri che saremmo altrettanto gentili se il governo di uno Stato europeo fosse democraticamente eletto sulla base dell'impegno di mettere a ferro

Confessioni di un ex estremista tuttora islamico

Per capire quanto sia facile per un islamico in Europa entrare nel circuito dell'estremismo (facile sia per ragioni personali, tanto viene "naturale" per un credente abbracciare l'ideologia criminale, sia per ragioni ambientali, tanto è ramificata, efficiente ed accattivante la rete di reclutamento dei mujaheddin), e quanto sia difficile (ma comunque possibile) uscirne, pur rimanendo islamici, è utilissimo leggere il racconto-confessione scritto dal giovane Shiraz Maher, uscito dall'organizzazione estremista sunnita Hizb ut-Tahrir . L'articolo, How I escaped Islamism , è pubblicato sull'edizione domenicale del Times di Londra. Per quasi quattro anni sono stato in prima linea nell'estremismo islamico inglese in qualità di ufficiale regionale addetto al nordest dell'Inghilterra per Hizb ut-Tahrir, un gruppo estremista impegnato a creare un califfato caratterizzato dalla più severa rigidità dei costumi. Da quando me ne sono andato, nel 2005, mi sono i

Caruso, la responsabilità politica è di Bertinotti e Prodi

di Fausto Carioti Ogni volta che Francesco Caruso riesce a placare il suo egocentrismo e finisce sulle prime pagine dei giornali, Fausto Bertinotti allarga sconsolato le braccia: «Non sono il suo angelo custode. È un deputato e si assume la responsabilità di quello che dice». Franco Giordano, segretario di Rifondazione Comunista, ora che l’irreparabile sembra essere stato compiuto prova a cavarsela allo stesso modo: «Le sue sono parole in libertà, il cui solo responsabile è il deputato Caruso». Tutto pacifico, tutto tranquillo? No, non è così che funziona. Troppo comodo. Chi ha portato in Parlamento un personaggio simile non può lavarsene le mani, ma deve assumersene tutta la responsabilità politica. Perché Caruso l’altro giorno non è improvvisamente impazzito, non era sotto l’effetto della cannabis o di altri stupefacenti (non più di quanto lo sia di solito, comunque). Frasi tipo quella pronunciata nei confronti di Marco Biagi e Tiziano Treu («sono due assassini, le loro leggi hanno a

Il petroliere di sinistra e l'Unità

di Fausto Carioti Di certo, se nonostante le sue smentite l’Unità dovesse finire davvero nelle mani di Massimo Moratti, non ci sarebbe nulla di strano. E l’errore più grosso sarebbe credere alla favola del miliardario zapatista che mette mano al portafoglio mosso da chissà quali ragioni di cuore. Niente di più sbagliato. Gli imprenditori che si buttano a sinistra appartengono a due categorie: i masochisti (Silvio Berlusconi usa un’altra espressione, ma il concetto è lo stesso) e quelli che lo fanno per interesse. Il masochismo di Massimo si limita all’Inter, e forse ha smesso di farsi del male pure lì. In tutti gli altri campi il quarto figlio di Angelo Moratti i suoi affari ha sempre mostrato di saperli fare. Eppure questa storia del petroliere sognatore con le mani bucate gira da sempre. Magari continua a girare anche perché fa comodo al diretto interessato. La notizia l’ha data Panorama, settimanale che fa capo alla berlusconiana Mondadori: il presidente dell’Inter sarebbe il nuovo

La nuova linea inglese sull'islam

Qualcuno ricorderà Undercover Mosque . Era l'inchiesta andata in onda su Channel 4, canale pubblico del Regno Unito, che - prima di Controcorrente e di Annozero - aveva mandato giornalisti in incognito, dotati di telecamera nascosta, dentro le moschee, per cercare di capire cosa predicano gli imam d'Oltremanica e quale materiale viene distribuito ai fedeli musulmani. Ne era uscito un quadro abbastanza raccapricciante. Come riassumevo all'epoca, il cronista ha assistito a sermoni nei quali predicatori di scuola saudita (e quindi wahabita) proclamavano la supremazia dell'islam, annunciavano l'avvento di una nuova jihad contro gli infedeli (cioè contro tutti noi) e diffondevano l'odio per i non musulmani e per i musulmani che non seguono i precetti dell'islam più intollerante. «Un esercito di islamici si solleverà», ha annunciato un predicatore in moschea. Un altro ha detto che compito degli islamici inglesi deve essere «smantellare» la democrazia britannica:

E' un think tank il primo frutto dell'avvicinamento tra Casini e Rutelli

di Fausto Carioti In attesa di capire se quello tra i rutelliani e l’Udc è un semplice ammiccamento estivo o il preludio a un vero accordo politico, in queste ore si registra un lavorio frenetico, da ambedue le parti, per mettere insieme tutto quello che già adesso si può unire. I risultati si vedranno presto, già alla fine dell’estate. Il primo frutto tangibile del connubio tra gli uomini di Francesco Rutelli e quelli di Pier Ferdinando Casini arriverà tra poche settimane: si chiama Oseco, e sembra giungere apposta per confermare le preoccupazioni di chi, a destra come a sinistra, teme il consolidarsi di un asse neocentrista benedetto dal Vaticano. Oseco sta per Osservatorio delle strategie europee per la crescita e l’occupazione: una sigla ostica e con poco sex appeal, ma non deve trarre in inganno. L’acronimo nasconde infatti quelli che dovrebbero essere i migliori cervelli del riformismo cattolico, sia sul fronte della Margherita rutelliana sia nell’area Udc. Riuniti insieme per da

Un po' di videoblogging (si scrive così?)

Lo so che l'argomento ha il sex appeal di una betoniera. Però i servizi pubblici locali (acqua, gas, nettezza urbana...), liberalizzati sinora poco e male, hanno riflessi importanti sulle tasche dei contribuenti. Chi vuole vedere la tavola rotonda organizzata da Confronto.it e moderata dal sottoscritto, alla quale hanno partecipato pezzi da novanta del calibro di Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust, Daniele Capezzone, Bruno Tabacci, Stefano Saglia e molti altri, può andare sul sito di Radio Radicale e seguire l'intervento che preferisce.