Prodi: "Il voto di fiducia è andato meglio che nel '96". Ma è una bugia
Romano Prodi ha ottenuto il voto di fiducia al Senato. L'esito della votazione è stato di 165 voti a favore della mozione di fiducia contro 155 contrari. Dieci, quindi, i voti di scarto in favore del governo, sette dei quali garantiti dai senatori a vita. Commento del neopremier: «Meglio di così non poteva andare. Sono molto contento, abbiamo una maggioranza al Senato che è maggiore di quella del '96».
Ma la sua è una bugia. All'avvio di quella legislatura il voto di fiducia al Senato per il governo dell'Ulivo, che si tenne il 24 maggio del '96, ebbe il seguente esito (facilmente controllabile da chiunque sul resoconto stenografico di quella giornata):
Senatori presenti..... 314
Senatori votanti..... 313
Maggioranza..... 157
Favorevoli..... 173
Contrari..... 139
Astenuti..... 1
Il governo Prodi, quindi, nel '96 ottenne 34 voti di scarto (173 "sì" alla fiducia contro "139" no). Stavolta ne ha avuti appena dieci. E all'epoca Prodi non ottenne i voti in massa dei senatori a vita: solo quattro gli diedero la fiducia; cinque erano assenti, Francesco Cossiga si astenne.
Tutto questo, ovviamente, Prodi lo sa. Sa benissimo che la sua maggioranza politica attuale è assai più fragile di quella di allora. Come lo sanno tutti i suoi alleati. Però deve dare un'immagine diversa da quella reale, a costo di inventarsi i numeri. Poi dicono che l'uomo degli spot è Silvio Berlusconi.
Ma la sua è una bugia. All'avvio di quella legislatura il voto di fiducia al Senato per il governo dell'Ulivo, che si tenne il 24 maggio del '96, ebbe il seguente esito (facilmente controllabile da chiunque sul resoconto stenografico di quella giornata):
Senatori presenti..... 314
Senatori votanti..... 313
Maggioranza..... 157
Favorevoli..... 173
Contrari..... 139
Astenuti..... 1
Il governo Prodi, quindi, nel '96 ottenne 34 voti di scarto (173 "sì" alla fiducia contro "139" no). Stavolta ne ha avuti appena dieci. E all'epoca Prodi non ottenne i voti in massa dei senatori a vita: solo quattro gli diedero la fiducia; cinque erano assenti, Francesco Cossiga si astenne.
Tutto questo, ovviamente, Prodi lo sa. Sa benissimo che la sua maggioranza politica attuale è assai più fragile di quella di allora. Come lo sanno tutti i suoi alleati. Però deve dare un'immagine diversa da quella reale, a costo di inventarsi i numeri. Poi dicono che l'uomo degli spot è Silvio Berlusconi.